Editoriale

Germania anno zero

È anche il titolo di una celebre pellicola neorealista di Roberto Rossellini. Una citazione più che mai dovuta perché la crisi climatica, in Germania e non solo, è più reale che mai.

Nello stato federale della Renania settentrionale-Vestfalia, in Germania, è attiva una centrale a carbone della compagnia elettrica Rwe da oltre 4.000 megawatt alimentata da una miniera di lignite estesa su 48 chilometri quadrati. Quella di Garzweiler. Un luogo spesso oggetto di proteste da parte di attivisti per l’impatto enorme che ha sull’aria e sul clima e che, come LifeGate, abbiamo raccontato in occasione della conferenza sul clima (sic!) che si è svolta a una manciata di chilometri, nella città di Bonn, nel 2017.

CO2 senza frontiere

Questa regione è la stessa che a metà luglio è stata colpita da un’alluvione, un evento meteorologico estremo reso eccezionale nella sua intensità e potenza dal riscaldamento globale. Ancora oggi non si ha certezza sul numero di morti e sono diverse centinaia i dispersi. È un caso che la regione sia la stessa dove è presente la centrale a carbone, il combustibile fossile più sporco al mondo perché, come si sa, il global warming non conosce confini. La CO2 che viene emessa in angolo del Pianeta può avere effetti devastanti al capo opposto. Anche per questo ci ha fatto effetto vedere un paese considerato efficiente e pragmatico come la Germania vivere – inerme – questa tragedia.

La crisi climatica è già qui

È un caso, dicevamo, che cause e conseguenze si siano intrecciate e scontrate nello stesso luogo, ma non è un caso che il numero e l’intensità di eventi come le alluvioni o le ondate di calore stia aumentando. Lo sapevamo prima e lo sperimentiamo ora. Le soluzioni sono due: agire adesso per mitigare, per ridurre le emissioni di CO2 fino a portarle a zero nel più breve tempo possibile ma, al contempo, mettere in atto politiche di adattamento, cioè quelle che servono per salvarci la pelle, per sopravvivere e mettere in sicurezza le nostre case, le aziende, i luoghi di cultura. La crisi climatica è già in atto. La discussione in corso sul maxi-piano europeo per il clima e sulle sue ambizioni, quindi, è a dir poco anacronistica. Non solo andrebbe accolto con entusiasmo – finalmente abbiamo una road map per mettere in sicurezza il nostro futuro –, ma dovremmo spingere tutti nella stessa direzione affinché queste ambizioni siano solo il punto di partenza. L’esempio da seguire per gli altri continenti.

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