Giornata del cane in ufficio, i segreti per una convivenza felice

In occasione della Giornata mondiale del cane in ufficio, ecco le regole fondamentali per una felice convivenza sul posto di lavoro.

  • In occasione della Giornata mondiale del cane in ufficio, ecco le regole più importanti per una serena convivenza.
  • Perché il nostro amico a quattro zampe sia felice e l’ambiente intorno a lui possa conformarsi a misura di cane.

Si celebra oggi la Giornata mondiale del cane in ufficio e la ricorrenza, ovviamente, fa felici tutti i compagni di vita di un amico a quattro zampe che non possono, o non vogliono, rinunciare alla sua compagnia anche sul luogo di lavoro. Ma quali sono le coordinate di base per fare in modo che la presenza di un cane sia compatibile con quella degli altri ospiti umani? E quali i consigli perché l’animale rispetti le modalità e il necessario adeguamento alle regole vigenti in ufficio? Mylav ha evidenziato, con l’aiuto dei suoi esperti veterinari, i suggerimenti per una serena condivisione delle ore di lavoro fra uomini e cani. E noi ve le raccontiamo.

ufficio cane
Un cane in ufficio può essere un ottimo compagno, ma attenzione a rispettare alcune regole fondamentali © Jack Taylor/Getty Images

Una normale giornata con il nostro cane in ufficio

La Giornata mondiale del cane in ufficio è una ricorrenza istituita negli Stati Uniti con il nome di Take your dog to work day alla fine degli anni Novanta, quando il cosiddetto smart working era ancora un fenomeno impensabile e lontano dalle logiche comuni. Tante persone ormai lavorano da casa, ma in generale il mondo lavorativo è diventato molto più dinamico e aperto, al punto da concepire l’idea di accogliere gli amici a quattro zampe fra le pareti di un ufficio. Si è molto parlato dei benefici di questa abitudine. Quali sono i principali?

Gli esperti spiegano, a questo proposito, che l’umore dei dipendenti diventa migliore perché si soggiorna in un ambiente piacevole con una maggiore interazione tra colleghi; si verifica una fidelizzazione all’azienda che diventa un’amica e si instaura una atmosfera serena, anche se con qualche… pelo di troppo. Se si vuole portare il proprio cane in ufficio, però, bisogna rispettare alcune regole per evitare che l’animale soffra e che poi ne risenta anche il nostro lavoro, per far sì che l’ambiente sia piacevole per lui e per chi gli sta intorno e vengano seguite sempre le giuste modalità per un benessere completo di entrambe le specie coinvolte.

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Il nostro cane deve trovarsi bene in un ambiente estraneo come l’ufficio © Mylav

Attenzione al benessere dei nostri amici a quattro zampe

Un cane in ufficio può essere importante per favorire rapporti più cordiali e positivi fra le persone che vi lavorano. “È capace di portare gioia, un po’ di informalità – che non guasta mai – e, soprattutto, tanto divertimento. Se però decidiamo di portarlo con noi al lavoro, anche se si tratta di poche volte all’anno, è fondamentale rispettare alcune indicazioni di base per evitare che l’animale stia male e non viva serenamente la ‘trasferta’.

Con tutto quello che i cani fanno per noi, cosa ci costa in fondo metterci nei loro panni e cercare di capire cosa fa loro bene, indipendentemente da cos’è comodo per noi? È anche per questo che non dobbiamo mai dimenticare di seguire delle semplici regole”, spiega la dottoressa Maria Chiara Catalani, medico veterinario comportamentalista ed esperto Mylav.

cane in ufficio
Un angolo dedicato al nostro cane può essere fondamentale © Pavel Herceg/Unsplash

Le sei regole da rispettare per una convivenza al top

  • Riservargli un angolo dedicato, anche se il nostro ufficio non è molto grande. Quando si porta un cane in ufficio dobbiamo pensare di portare con noi anche la sua cuccia, o comunque un telo che conosce e del quale riesce a riconoscere l’odore. Meglio, poi, se il suo angolino lo si prepara a vista di proprietario, con una ciotola d’acqua e qualche croccantino, in un luogo tranquillo e non di transito. Se il nostro amico a quattro zampe è poi abituato ad avere qualche pupazzo o giochino, è sempre meglio portarlo con noi, così da ricreare anche in ufficio lo stesso ambiente che lui ha a casa.
  • Sono importanti le attenzioni seguire se ci siano più cani che condividono lo stesso ambiente. Sarà opportuno farli conoscere prima, magari con una passeggiata insieme e verificare che nessuno di loro sia a disagio, in tensione oppure eccitato dalla presenza degli altri. Inoltre, se si dovesse offrire uno snack, sarà bene evitare troppa vicinanza tra i vari soggetti: il tutto potrebbe provocare qualche ringhio o tensione per una naturale possessività rispetto a qualcosa che non si mangia tutti i giorni.
  • Se il nostro cane è particolarmente vivace portiamo qualche masticabile naturale o gioco di attivazione mentale. Se abbiamo un cucciolo, o comunque un cane particolarmente attivo, possiamo pensare di portare con noi anche qualche masticabile di tipo naturale, come per esempio il corno di cervo (va tolto quando è stato rosicchiato e consumano troppo per non rischiare che lo ingeriscano in un unico pezzo troppo grande), il legno di caffè o ulivo, la radice di erica, oppure snack di carne (orecchie e nasi di maiale, manzo, zampe di gallina) o di pesce (da calcolare nell’ammontare calorico giornaliero della quotidiana razione). Questo lo aiuterà a scaricare con la masticazione un eventuale nervosismo e a rilassarsi.
  • Esistono anche giochi di attivazione mentale (con vari livelli e difficoltà), utili per tenere il cane impegnato per un po’, senza esagerare e solo in nostra presenza. Bisogna sempre ricordare che il cane si stanca maggiormente quando viene stimolato mentalmente (rispetto a stimoli fisici), quindi un’attività mentale di mezz’ora lo stancherà di più rispetto a una passeggiata al parco (che comunque non deve mai mancare).
  • Anche se il nostro cucciolo è carino e socievole non bisogna farlo “spupazzare” da tutti i colleghi se lui non vuole. Ci sono cani che amano essere accarezzati e coccolati e altri invece più schivi e diffidenti. Ogni padrone conosce il carattere del proprio amico e si comporta di conseguenza, ma spesso le persone per strada vedono un batuffolo peloso e non riescono a resistere allo stimolo di accarezzarlo e coccolarlo. Questo ovviamente può capitare anche in ufficio e viene fatto spesso in buona fede. Bisogna però spiegare ai colleghi che il nostro cane magari non ama essere maneggiato e che se ci si avvicina bisogna farlo con alcune accortezze (non toccargli la testa,  ma in punti per lui piacevoli, come per esempio sotto al mento o sul petto), rispettando le sue ore di riposo.
  • Ritagliamoci del tempo per fargli fare quattro passi. Anche se siamo impegnati in riunioni non bisogna mai rinunciare alla passeggiata quotidiana. La nostra agenda sarà preziosa: come appuntiamo scadenze, impegni o altro prevediamo un allarme per non distrarci e prevedere l’uscita con il nostro amico a quattro zampe: farà bene a lui e anche a noi per fare una pausa e un po’ di sano movimento. È sempre importante rispettare i soliti orari di uscita per mantenere le abitudini inalterate e lo stile di vita invariato anche se ci si trova in ufficio e non a casa.
  • Se vediamo che il cane in ufficio non è a sua agio, non portiamolo più. È vero che se non abbiamo un dog sitter o se c’è un’urgenza e non sappiamo cosa fare,  dobbiamo portare il nostro amico in ufficio per forza. Se però notiamo che non si trova bene, mostra agitazione, non riesce a trovare una sua postazione, non mangia, non beve, ecc… dobbiamo pensare di non portarlo più con noi perché evidentemente non si trova a proprio agio. Agiamo quindi in anticipo, se sappiamo che il nostro lavoro potenzialmente ci potrebbe richiedere, anche all’ultimo momento, di andare in ufficio di persona e contattiamo preventivamente un dog sitter o sentiamo gli asili per cani, presenti ormai in diverse città, o in alternativa, le pensioni vicine. Questo ci potrebbe essere comodo per evitare di lasciare il cane a casa da solo se sappiamo che ci assenteremo per molte ore.

Tutto sommato, allora, portare il proprio cane in ufficio può tradursi davvero in una felice esperienza per noi, per lui e per chi ci sta intorno. Basta conoscere le regole di base e non dimenticarsi che i nostri amici a quattro zampe non sono esseri umani e hanno un proprio mondo e delle modalità proprie a cui far riferimento. Sempre.

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