
L’etichetta di un alimento deve riportare la data di scadenza o il termine minimo di conservazione. Ecco la differenza e come comportarsi davanti a un cibo scaduto.
Si chiama Sprecometro ed è stata lanciata in occasione della Giornata nazionale per la prevenzione dello spreco alimentare insieme ai dati aggiornati sulla quantità di cibo gettato in Italia.
Quanto cibo viene sprecato in casa e qual è il suo impatto economico e ambientale? Per averne un’idea l’Osservatorio Waste Watcher International, in occasione della decima Giornata nazionale dello spreco alimentare del 5 febbraio, ha lanciato lo Sprecometro, un’app nata dal lavoro congiunto del Dipartimento di scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna e Last Minute Market impresa sociale spin off accademico dell’Alma Mater per la Campagna spreco zero.
Lo Sprecometro in pochi minuti misura in grammi lo spreco alimentare di singoli e gruppi, valutando la perdita economica in euro, l’impronta carbonica e l’impronta idrica. Non solo: in base ai risultati della rilevazione, l’app propone contenuti educativi come video, schede e quiz che aiutano l’utente a ridurre quantitativamente e qualitativamente lo spreco alimentare e adottare nel contempo diete sane. E aggiornando puntualmente il proprio comportamento sul diario dello spreco contenuto nell’app, si possono valutare anche i progressi fissando obiettivi di riduzione in linea con l’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile, su tutti, il dimezzamento dello spreco alimentare entro il 2030. Per ogni variazione in diminuzione dello spreco individuale nel tempo e per ogni contenuto visionato lo Sprecometro assegna dei punteggi e attivando gruppi con parenti e amici si può dar via a una sfida virtuosa.
Secondo il report “Il caso Italia 2023″ di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, lo spreco di cibo nelle case degli italiani è sceso rispetto all’anno precedente, anche come conseguenza dell’inflazione: si gettano in media a testa 75 grammi di cibo al giorno (soprattutto frutta e pane), quindi 524,1 g settimanali, ovvero -12 per cento rispetto all’indagine di un anno fa.
“Vale complessivamente 6,48 miliardi di euro lo spreco del cibo solo nelle nostre case, alla luce dei dati Waste Watcher di gennaio 2023”, annuncia il fondatore Spreco Zero, l’agroeconomista Andrea Segrè. “L’obiettivo Onu, dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030, non è lontano: la sfida si può vincere. Il recupero di cibo a fini solidali sta diventando una prassi consolidata”, osserva ancora Andrea Segrè “ma la prevenzione inizia quando spingiamo il carrello della spesa: la scommessa si gioca soprattutto nelle nostre case e in una svolta culturale profonda e personale. Per questo le food policies, che coordinano la filiera del cibo nelle nostre città, stanno diventando riferimento centrale di buon governo”.
Nella lotta allo spreco alimentare, c’è da considerare anche lo spreco di filiera con oltre 4 milioni di tonnellate di cibo perse per un valore complessivo di 9 miliardi di euro. Lo spreco del cibo di filiera pesa al 26 per cento in agricoltura, al 28 per cento nell’industria e all’8 per cento nella distribuzione.
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