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La società civile si incontra a San Francisco per parlare e discutere di problemi e soluzioni legati ai cambiamenti climatici. Tanti gli eventi previsti, e anche qualche protesta.
Prende il via il 12 settembre a San Francisco, in California, l’evento Global climate action summit: una due giorni di conferenze, meeting e incontri dedicata ai problemi del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici. Esperti da tutto il mondo, organizzazioni non governative e politici si ritrovano in numerosi luoghi della città per discutere le soluzioni possibili alle gravi minacce che ha di fronte il pianeta. Al Global climate action summit prendono parte, non invitate, anche numerose associazioni indipendenti pronte a scendere in piazza e protestare contro la classe politica che negli ultimi anni non è stata in grado di fronteggiare i problemi della Terra.
See what’s happening at #GCAS2018—Check out the daily program here. >> https://t.co/UVOZ1yezVh #StepUp201 pic.twitter.com/628nEyd1Cf
— Global Climate Action Summit (@GCAS2018) 9 settembre 2018
Fra i partecipanti al Global climate action summit ci saranno anche l’ex vicepresidente americano e premio Nobel per la Pace Al Gore, l’ex segretario di stato John Kerry, l’attore Alec Baldwin, la sindaca della città di Assisi (città gemellata con San Francisco) Stefania Proietti e l’attuale governatore della California Jerry Brown. Quest’ultimo è stato preso di mira dall’organizzazione non governativa Consumer Watchdog che in un video lo accusa di aver permesso l’estrazione di petrolio vicino ai centri abitati. Sono previste manifestazioni nelle strade di San Francisco per spingere i partecipanti al summit a prendere decisioni immediate e risolutive contro il riscaldamento globale.
Nell’ultimo anno, l’uscita degli Stati Uniti dall’Accordo sul clima di Parigi decisa da Donald Trump ha creato nuove preoccupazioni per il futuro della Terra. Il Global climate action summit promette di affrontare questi problemi e in particolare di trovare una soluzione alla disparità di accesso alle risorse per evitare l’esposizione all’inquinamento che riguarda soprattutto popolazioni sotto la soglia della povertà.
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