Gonzalo Cardona, “il guardiano dei pappagalli”, è stato assassinato in Colombia

Da più di vent’anni Cardona si batteva per proteggere le più rare specie di pappagalli del suo paese, la Colombia. Un paese che però l’ha tradito.

Amava il suo lavoro. Aveva “un’intelligenza naturale”, ricorda un collaboratore; conosceva i suoi pappagalli uno per uno. Sapeva esattamente quando sarebbero migrati, e quando invece avrebbero fatto ritorno. Per questo Gonzalo Cardona, colombiano di quarant’anni, era conosciuto come “il guardiano dei pappagalli”. Scomparso l’8 gennaio, è stato ritrovato cadavere cinque giorni dopo sulla via che conduce da Barragan a Roncesvalles, il suo paesino d’origine, con due proiettili nel petto. Quel sentiero la sera diventa pericoloso perché frequentato da gruppi di uomini armati, ma Cardona per tornare a casa lo percorreva quotidianamente, in sella alla sua moto.

Nonostante la strada sia stata breve, il tuo cammino determinato e fervente ha lasciato un’eredità indelebile. Vola in alto e liberamente, come l’animale che hai protetto e curato così amorevolmente, il pappagallo dalle orecchie gialle. Riposa in pace, Gonzalo Cardona Molina

Fondazione ProAves

Grazie a quest’uomo che ha dedicato se stesso alla conservazione della natura, la popolazione di pappagalli dalle orecchie gialle (Ognorhynchus icterotis), loros orejiamarillos in spagnolo, è passata dagli 81 esemplari del 1998 ai 2.895 dello scorso dicembre. Contati personalmente da Cardona.

Il triste primato della Colombia

È lui purtroppo il primo attivista ucciso nel 2021 in Colombia, uno dei luoghi più pericolosi al mondo, secondo l’organizzazione Global witness, per chi si batte per la tutela dell’ambiente. Nel 2020 le vittime sono state 64, la cifra più alta su scala globale. “In questo paese tutti siamo considerati potenziali nemici”, riflette Alex Cortes, direttore della fondazione ProAves con cui Cardona lavorava.

“Oltre agli ambientalisti, l’anno scorso sono stati uccisi 300 leader contadini e 60 ex guerriglieri che avevano firmato la pace”. Il territorio è da tempo in mano alle Farc, le Forze armate rivoluzionarie; gli abitanti hanno paura e non riescono a fidarsi neppure dell’esercito, che non sembra riuscire a proteggerli.

“Chi mai si occuperebbe di ambiente nel bel mezzo di una guerra?”

Cortes racconta un episodio di qualche tempo fa: “Ricordo che una volta Gonzalo aveva scritto che 25 pappagalli si erano diretti a occidente. Venne fermato dall’esercito che pattugliava la zona, con l’accusa di essere un infiltrato della guerriglia. Volevano sapere cosa fosse quel numero. Erano convinti che indicasse i dissidenti delle Farc o di qualche altro gruppo armato. Non credevano che in un territorio al centro di conflitti e violenze potesse esserci qualcuno che si occupasse di ambiente”.

Fortunatamente in quell’occasione Cardona venne rilasciato. Questa volta, invece, non è andata così e ci troviamo a piangere l’ennesimo innocente. Cortes è pessimista, non crede che i colpevoli verranno puniti. In fondo non importa a nessuno. E invece dovrebbe. Quand’è che smetteremo di vivere in un mondo alla rovescia, dove a morire sono i supereroi mentre i cattivi la fanno franca?

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