Un’analisi allarmante del Pesticide action network Europe ha rivelato la presenza di Tfa, derivato dei Pfas, in moltissimi alimenti.
Grazie alla collaborazione con l’Environmental Defense Fund i veicoli utilizzati da Google per Street View sono stati dotati di un sensore per rilevare le fughe di gas.
Fino a poco tempo fa i cittadini preoccupati per l’inquinamento delle proprie città avevano poche opzioni per ottenere informazioni, ad esempio richiedere l’intervento di tecnici specializzati dotati delle attrezzature necessarie, oppure consultare gli scarsi dati a disposizione.
Oggi la situazione è in rapido mutamento, grazie alle nuove tecnologie, ai sensori economici, al cloud computing e ai social media è possibile raccogliere ed analizzare una grande quantità di dati relativi all’ambiente. Un nuovo progetto di questo tipo è nato dalla collaborazione tra Google Earth ed il gruppo Edf (Environmental Defense Fund), organizzazione impegnata nella ricerca di soluzioni alternative per risolvere i problemi ambientali.
Utilizzando tre delle vetture impiegate da Google per scattare immagini panoramiche a 360 gradi da destinare a Street View, dotate di speciali sensori, Edf è riuscita a mappare migliaia di perdite di gas naturale sotto le tre città americane analizzate, Boston, Indianapolis e Staten Island. Le auto sono quindi ora in grado di rilevare le perdite di metano o altri gas generate da condotti, abitazioni o discariche.
La fuoriuscita di metano comporta diverse conseguenze, da un lato infatti inquina l’aria e alimenta il riscaldamento globale, dall’altro è un pericolo per la salute delle persone perché può causare esplosioni. La prevenzione delle fughe di gas consentirebbe quindi di ridurre l’impatto sul clima a breve termine. L’obiettivo di Google e Edf è proprio quello di individuare i punti dove intervenire con tempestività.
I dati ottenuti finora sono stati utilizzati per compilare mappe a disposizione dei cittadini. Per il futuro prossimo Edf ha dichiarato di voler ampliare il progetto sviluppando sensori in grado di rilevare altre sostanze inquinanti. La tecnologia si rivela così un’arma potente da brandire nella lotta in difesa dell’ambiente.
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