La più grande compagnia energetica del Paese il 31 agosto ha chiuso l’ultima centrale elettrica a carbone: uno step importante per il futuro danese.
Stretta di mano tra Greenpeace e Enel. Onufrio: “Un cambio di rotta epocale”
Dopo l’incontro di oggi con l’ong, inizia una nuova fase della multinazionale energetica che per la prima volta prende impegni decisi verso le rinnovabili.
Una stretta di mano tra l’amministratore delegato di Enel Francesco Storace e il direttore esecutivo di Greenpeace International Kumi Naidoo, ha concluso il vertice di oggi tra le due delegazioni.
Un incontro che avviene dopo il cambio di management aziendale lo scorso maggio e dopo l’annuncio del nuovo piano industriale che prevede che la maggior parte degli investimenti vada al settore delle energie rinnovabili.
Le due delegazioni a Roma. ©Greenpeace
“Siamo alla vigilia del nuovo piano industriale che per la prima volta va nelle direzione che abbiamo sempre chiesto”, commenta Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia.
Dopo le campagne iniziate nel 2006 contro la conversione a carbone della centrale di Porto Tolle e le altre iniziative culminate con il referendum contro il nucleare, oggi tra Enel e Greenpeace inizia un nuova fase, di dialogo. “È la prima volta nella storia che un gigante energetico fa una scelta di questo tipo e lo fa dirigendo la maggior parte degli investimenti nella direzione giusta”, continua Onufrio. “È importante perché a livello globale abbiamo già un gruppo di grandi multinazionali che hanno dichiarato il loro impegno verso le politiche climatiche e le rinnovabili, da Unilever, a Google, ad Apple. Ma questa è la prima volta di un gruppo energetico”.
Marzo 2012. Protesta Greenpeace contro Enel. © Francesco Alesi/Greenpeace
Certo rimangono ancora delle divergenze “di vedute”, soprattutto per quanto riguarda “la definitiva uscita del Gruppo dal carbone in Italia e su alcune delle metodologie per perseguire obiettivi più ambiziosi in sede europea”, sottolinea l’associazione ambientalista. Ma ormai il passo è segnato.
“Nonostante la politica energetica in Italia sia andata avanti a singhiozzo, è italiana la prima azienda che fa una scelta di questo tipo e questo è motivo di orgoglio”. In una nota rilasciata oggi si legge che Enel “condivide le preoccupazioni sul clima globale espresse da gran parte della comunità scientifica internazionale e l’obiettivo di contenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2°C. Per questa ragione, anche in vista della Conferenza di Parigi sul Clima, è pronta ad affrontare questa sfida e a porsi alla guida del settore per il raggiungimento di tale obiettivo”.
Cambio ai vertici, un mercato ormai maturo e pronto per le rinnovabili e preoccupazioni sul clima condivise e non più discutibili, hanno fatto sì che uno dei più importanti produttori di energia al mondo abbia cambiato definitivamente rotta.
Immagine di copertina ©Greenpeace
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