Più frutta e verdura, meno salumi e dolci. E poi più tempo lento in cucina. Le tendenze sui consumi alimentari per il 2025 secondo il Rapporto Coop.
Greenpeace testa le mele dei supermercati e trova residui di pesticidi
L’associazione ambientalista ha analizzato 126 campioni di mele vendute nei supermercati europei rilevando contaminazione da pesticidi nell’83 per cento dei casi. Ma solo in quelle convenzionali
Le mele biologiche europee si confermano prive di tracce di pesticidi. Non si può dire la stessa cosa per quelle coltivate in modo convenzionale che, dall’analisi condotta da Greenpeace in 11 paesi europei, Italia compresa, sono risultate contaminate nell’83 per cento dei casi; nel 60 per cento di questi campioni sono state trovate due o più sostanze chimiche.
L’associazione ha svolto i suoi test su 126 campioni di mele: 109 prodotte convenzionalmente, 17 provenienti da coltivazioni biologiche. I frutti sono stati acquistati in 23 catene di supermercati e analizzate in un laboratorio indipendente per verificare la presenza di un’ampia gamma di residui di pesticidi. Le mele analizzate sono state prodotte in Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Olanda, Polonia, Slovacchia, Spagna e Svizzera, e vendute nei supermercati dei rispettivi paesi d’origine.
In Italia, i campioni sono stati prelevati dai banchi delle catene Auchan, Carrefour e Lidl e un campione di mele bio è stato acquistato presso Naturasì. Nella maggior parte dei frutti da agricoltura convenzionale è stato rintracciato almeno il residuo di un pesticida; nelle mele acquistate presso Lidl sono stati trovati residui di ben tre pesticidi.
“Dai campi al piatto, i pesticidi chimici sono una presenza troppo frequente nei nostri alimenti. Anche se tutti i residui individuati rientrano nei limiti stabiliti dalle normative, la varietà di sostanze chimiche trovate mostra che nelle coltivazioni convenzionali è pratica comune irrorare i meleti con applicazioni multiple di pesticidi. Tutto questo, insieme alla scarsa conoscenza dei possibili impatti dei ‘cocktail di pesticidi’ sull’ambiente e sulla salute, è fonte di grande preoccupazione. Inoltre non è accettabile che gli agricoltori e le loro famiglie debbano sopportare il carico tossico di questo fallimentare sistema di agricoltura industriale”, ha dichiarato Federica Ferrario, responsabile della campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace.
Le analisi effettuate hanno individuato 39 pesticidi diversi. 8 residui di pesticidi sono stati rilevati in un campione proveniente dalla Bulgaria. Le medie più alte per campione sono state trovate in prodotti provenienti da Spagna (4,3), Bulgaria (4,0) e Olanda (3,4). I pesticidi trovati più frequentemente sono fungicidi (20 tipi diversi) e insetticidi (16), seguiti da acaricidi (2) e dal THPI, un metabolita del captano, la sostanza rilevata con più frequenza (76). Sono stati trovati due pesticidi non autorizzati per l’uso nell’Unione europea: difenilammina in un campione spagnolo e ethirimol in un campione polacco.
Alcuni di questi pesticidi sono considerati altamente persistenti e potenzialmente bioaccumulabili: una volta rilasciati nell’ambiente, si degradano lentamente e possono risalire la catena alimentare accumulandosi in un’ampia varietà di organismi viventi, con le conseguenze che ne derivano.
“I supermercati devono interrompere questa dipendenza da sostanze tossiche e incoraggiare una progressiva riduzione dei pesticidi nella produzione convenzionale di mele, a partire dai pesticidi più pericolosi, fino alla loro completa eliminazione”, aggiunge Ferrario. “I consumatori non vogliono essere responsabili inconsapevoli del degrado dei nostri ecosistemi e i supermercati devono assumersi la responsabilità di ampliare l’offerta di mele coltivate con tecniche che non necessitano di pesticidi, incentivando gli agricoltori ad adottare pratiche di coltivazione ecologiche”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’associazione è stata osservata in uno studio statunitense. Consumando molta carne rossa processata il rischio di demenza aumenta del 13 per cento, il declino cognitivo soggettivo del 14 per cento.
La produzione intensiva di mele in Europa comporta l’utilizzo di troppa chimica. Il pesticida più riscontrato nei campioni prelevati è un fungicida. E ci sono anche sette sostanze non approvate dall’Ue.
Il fotografo George Steinmetz ha girato il mondo per raccontare la produzione di cibo e ha raccolto i suoi scatti in un libro che ci restituisce più consapevolezza su quello che mangiamo.
Alcune fotografie del libro “Nutrire il pianeta” di George Steinmetz su come viene prodotto il cibo nel mondo.
Dalla crema di ceci, cipolla e bergamotto agli gnocchi ai broccoli, ecco otto ricette vegane per raccogliere la sfida del Veganuary.
L’Onu ha proclamato il 2025 anno delle cooperative ritenendole di fondamentale contributo allo sviluppo sostenibile.
Dal mischiglio della Basilicata alla zucca malon del Friuli al cappero di Selargius, in Sardegna: i presìdi Slow Food che valorizzano prodotti dimenticati, ma di fondamentale valore per la biodiversità, il territorio e le comunità.
Vegetariano, di stagione, dai sapori mediterranei, ma anche profumato con spezie che vengono da Paesi lontani: ecco il nostro menù per ricordarci, anche a tavola, che il Natale è unione e condivisione!