
Un percorso di elettrificazione che prosegue da anni, con Hyundai impegnata nello sviluppo dell’ibrido, dell’elettrico, ma anche dell’idrogeno.
Dopo aver annunciato l’addio ai motori a combustione a partire dal 2035, Hyundai lancia Bayon, crossover ibrida che grazie al “coasting” spegne il motore quando non serve.
Succede in viaggio, con l’ibrida Hyundai Bayon. La magia del silenzio dura solo qualche istante ed è frutto da un lato della tecnologia mild-hybrid a 48V e, dall’altra, di un cambio manuale decisamente “intelligente”. Immaginate… State guidando, come accade spesso togliete il piede dall’acceleratore per rallentare e… Il motore ammutolisce, si spegne (o riduce al minimo i giri), il cambio, da solo, si posiziona in “folle” e l’auto procede “veleggiando”, un termine che rende bene l’idea di un’auto che procede silenziosa, sfruttando l’inerzia accumulata.
L’obiettivo? Risparmiare carburante e ridurre le emissioni (nel caso della Bayon i dati dichiarati sono di 118-125 g/km). Ah, dimenticavamo, appena si tocca l’acceleratore, o il freno, il motore si riavvia, da solo, senza alcuna interruzione, senza perdere in prestazioni o altro, con il cambio (manuale a 6 rapporti) che torna nella marcia selezionata. Non si tratta di un’unicità Hyundai ma, come vedremo più sotto, è una delle tecnologie che sulle auto ibride migliorano l’efficienza.
Dopo aver annunciato l’intenzione, almeno in Europa, di offrire esclusivamente veicoli a zero emissioni a partire dal 2035, Hyundai prepara la strada elettrificando progressivamente tutta la gamma. Hyundai Bayon? Il nome per il grande pubblico desta ancora curiosità (si pronuncia Beyon e il debutto nei concessionari risale al settembre scorso) e, insieme all’elettrica Ioniq 5 è fra i modelli più recenti del marchio coreano. Si tratta di un suv “urbano”, lungo poco più di 4 metri (4 metri e 18 per la precisione, misure simili a Opel Mokka o Ford Puma per capirci, altre due ibride urbane) e con un piccolo motore a soli 3 cilindri e “mille” di cilindrata, il nuovo miracolo del downsizing. Mille sì, ma con prestazioni interessanti grazie alla buona potenza (100 cavalli), al turbo e all’iniezione diretta. Insomma, la tecnologia aiuta, e parecchio.
Il resto lo fa il sistema mild hybrid a 48 volt, la soluzione più semplice ed economica fra quelle disponibili nella gamma dei sistemi ibridi; non ci sono cavi da collegare, né ricariche esterne da fare per capirci. Dall’altra parte, però, non c’è nemmeno una vera autonomia elettrica, in “solo” elettrico intendiamo. Ma rimangono comunque i vantaggi in termini di consumi ed emissioni, oltre agli altri benefici a cui accedono tutti i veicoli ibridi, fra i più noti la possibilità di entrare gratuitamente nelle zone a traffico limitato (ztl), a seconda però delle regole locali.
Lo spazio a bordo è notevole, quasi sorprendente per le dimensioni esterne. L’ambiente è semplice, gli arredi volutamente pratici e robusti. Fatta la premessa, dal grande schermo centrale da 10,25 pollici si accede facilmente a tutte le funzioni dell’auto. Chi ha un iPhone grazie ad Apple CarPlay vedrà quasi tutte le funzioni proiettate e accessibili dall’auto (calendario degli appuntamenti incluso, una manna per gli smemorati), per tutti gli altri c’è Android auto; il vantaggio? Cercare di dimenticarsi lo smartphone (che si ricarica wireless, ossia senza cavi) almeno alla guida, evitando pericolose distrazioni. Comodi (e funzionali) i comandi vocali per molte funzioni. Il climatizzatore è automatico ma non bi-zona. E chi ama la musica apprezzerà l’impianto Bose, mentre le tre porte usb (due anteriori) sono sufficienti a ricaricare i device di tutta la famiglia.
Va bene, la potenza del motore non colpisce per esuberanza. E, forse, al posto del cambio manuale, seppur intelligente, avremmo preferito un più rilassante cambio automatico (disponibile, a 7 rapporti). Ma un fatto rimane: Bayon è molto piacevole da guidare, la visibilità rialzata rassicura, i consumi anche (noi abbiamo percorso una media attorno ai 5,2 litri per 100 chilometri, con punte di 7,3 sfruttando maggiormente le doti del motore. E tutte le volte che sugli strumenti appare la sagoma di una barca a vela con la scritta coasting e la lancetta del contagiri si posiziona a zero giri, significa che il motore si è spento o comunque sta girando a bassissimi giri, a vantaggio di consumi ed emissioni. Inoltre, le tre modalità di guida (eco, normal o sport) permettono di variare lo stile di guida, agendo sul motore e sul comando dello sterzo.
Il resto lo fanno i numerosi sistemi di sicurezza attiva, telecamere e radar perfetti per sperimentare una guida “semi” autonoma. Parliamo di sistemi per il mantenimento della corsia, capaci di leggere i cartelli stradali e limitare la velocità, di evitare le collisioni (anche in manovra, nei parcheggi e negli incroci). Utile, per i distratti soprattutto, il sistema che al semaforo o in coda avvisa che l’auto davanti è ripartita o, altrettanto utile, quello che analizza lo stato di attenzione di chi guida e in caso di stanchezza suggerisce una sosta.
Poi, tanta praticità, soprattutto. Lo spazio per caricare è sufficiente per quattro (anche se la batteria in questa versione ibrida ruba un po’ di spazio) e chi ha un cucciolo in famiglia apprezzerà la possibilità di far scorrere la cappelliera (di solito bisogna smontarla quando Fido viaggia con noi) dietro ai sedili posteriori, per poi riaverla in uso velocemente quando ci si ferma e si vogliono nascondere alla vista eventuali bagagli. Lo spazio per riporre i piccoli oggetti abbonda e l’illuminazione notturna a led (portiere, vano piedi, maniglie) aiuta ad orientarsi anche quando si viaggia di notte.
E a proposito di atmosfera, anche su Bayon, come su altre Hyundai, è disponibile il sistema “sound of nature”, immagini e suoni che riproducono la pioggia, un caminetto acceso o una passeggiata sulla neve, il tentativo di rendere il tempo in auto più piacevole. Il prezzo? A partire da 21mila 800 euro per le versioni Hybrid 48 V, da cui detrarre eventuali incentivi regionali o Ecobonus statali.
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