L’obiettivo dell’hotel Populus è compensare le emissioni di CO2 del 500 per cento attraverso operazioni eco-friendly. Ma è davvero così green?
La secondaria Val Pogallo
traversata panoramica sulle creste della secondaria Val Pogallo; siamo solo nel medio Verbano ma da qui, il Monte Cervino sembra a portata di mano
Quando si passa da Verbania, gli occhi cercano il Lago Maggiore e
il suo fascino raccolto. Dalla parte di monte i paesini si
rannicchiano nel verde dei boschi, ma forse stentano a competere
con la placida eleganza dell’acqua che lambisce la riva. Il lago
rimane l’attrazione maggiore. Eppure lassù in alto, oltre i
centri abitati e le strade, si nasconde una riserva naturale
integrale fra le più selvagge d’Italia.
Il nostro itinerario ci accompagna in una traversata panoramica
sulle creste della secondaria Val Pogallo; siamo solo nel medio
Verbano ma da queste postazioni in quota il Monte Cervino sembra a
portata di mano, vicino come anche il Gruppo del Rosa, del Bianco,
delle Grandi Alpi. L’azzurro del lago corre in lontananza verso sud
fino a spegnersi nelle basse piemontesi e padane. Oppure sfuma a
ovest verso i rilievi del Varesotto, si dilegua sotto alle cime
della Val Ganna e si ripropone con tonalità e nomi diversi
nel Lago di Varese e più in là in quello di Como e
Lecco.
Il punto di partenza e di arrivo della nostra camminata è il
paese di Cicogna, in bassa valle e facilmente raggiungibile
da Verbania. Qui prende avvio lo storico Sentiero Bove, realizzato
alla fine del 1892 e dedicato all’esploratore e capitano Giacomo
Bove. Il C.A.I. Verbano – Intra recentemente ha risistemato il
percorso con una notevole segnatura e con strumenti che aiutano la
progressione nei tratti rocciosi più esposti. Il tragitto
quindi richiede una certa esperienza escursionistica e buon
allenamento, mantenendo comunque inalterate la sua
fruibilità e piacevolezza. Noi però possiamo
limitarci a raggiungere solo alcuni punti previsti dalla via
alpinistica, scelti fra i più accessibili e simultaneamente
gratificanti con un tempo di percorrenza che si aggira intorno alle
5 ore. Il sentiero Bove infatti nella sua versione integrale
sarebbe articolato in 3 tappe diluite in 2-3 giorni.
All’altezza delle prime case di Cicogna (696 m) ci incamminiamo
lungo la mulattiera per Pogallo; dopo alcuni minuti deviamo
a destra in prossimità di una baita, si scende così
al torrente e al Ponte della Buia che introduce alla salita per le
località di Varola (921 m) e Curgèi
(1325 m). Superiamo questi dislivelli fra boschi e pascoli scoscesi
in circa 2 ore di cammino, poi il sentiero dopo altri 30 minuti
esce alla Colma in un ambiente aperto e spazioso. Si tratta del
Pian Cavallone, un piano erboso lungo 400 m che taglia la cresta
del vicino Monte Todano. Ci troviamo a 1550 m di altitudine.
I segnavia indirizzano alla parte più alta dello slargo,
dove sorgono in ottima posizione panoramica una cappelletta e a 200
m di distanza verso nord-est il rifugio C.A.I. Pian Cavallone.
Siamo alla base di partenza per la seconda tratta del sentiero
Bove, densa di emozioni e fatica con le sue 10-12 ore di
cammino.
Il percorso ora sale alla volta di entrambe le nostre mete, prime
fra quelle contemplate dalla traversata integrale, il Pizzo Marona
e Cima Zeda. In realtà le due vette rappresentano solo
l’inizio della Via, ma diventano un potenziale capolinea di questa
nostra escursione che non vuole concedere a alla stanchezza
eccessiva. Quindi dal Pian Cavallone si rimonta a mezza costa il
versante ovest del Todano fino al Colle della Forcola (1518 m). Il
sentiero si affaccia sulla Valle Intrasca dividendosi subito dopo
in 2 rami; una traccia s’inerpica decisa lungo la cresta della
Cima Cugnacorta, mentre il secondo percorso (più
lungo ma facilmente agibile) si tiene basso e sale poi gradatamente
al Passo del Diavolo. I 2 tracciati si riuniscono presso
questo piccolo intaglio della roccia, al vertice di una valletta
incisa nella montagna, la Val Marona. Il Pizzo omonimo (2051 m)
aspetta con i suoi panorami poco sopra, al termine di un ripido
pendio.
Dal rifugio Pian Cavallone sono trascorse circa 2 ore di cammino;
con un ultimo sforzo di circa 45 minuti possiamo raggiungere
Cima Zeda a 2156 m. Sempre sul sentiero Bove si percorre in
quota la cresta sud che corre fra le 2 cime Marona e Zeda. In un
secondo tempo ci si abbassa con una breve discesa fra gli spuntoni
rocciosi del versante intraschese fino ad una bivio. Noi puntiamo
alla lieve salita di sinistra, che in pochi minuti ci
regalerà la soddisfazione di vagabondare con lo sguardo
dalla cima forse più fascinosa e panoramica del Lago
Maggiore.
Yalmar Tuan
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