Ian Curtis. La vita e i Joy Division

Un ritratto sfaccettato da un giornalista del “giro” e dalla moglie di Tony Wilson della Factory.

Il 18 maggio 1980 è la data che segna lo spezzarsi di
un’esistenza e l’alba di una delle leggende più intense
della storia musicale recente. Le pagine di questo volume sono
totalmente incentrate sulla figura di Ian Curtis, letta attraverso
gli occhi di chi è stato sfiorato dalla sua persona: si
racconta della voce, che sembrava effusione della sua stessa anima,
dello sguardo, tanto sensibile da apparire disarmante, della vita
quotidiana e della nascita di opere fondamentali, in un ritratto
multidimensionale che non trascura i minimi dettagli. Gli autori,
del resto, sono Mick Middles, il primo giornalista a intervistare i
Joy Division, e Lindsay Reade, moglie di Tony Wilson e tra i
fondatori della Factory.

I capitoli sono titolati con versi scritti da Curtis, ed è
possibile addentrarsi nella descrizione della sua
personalità, quella di un giovane uomo premuroso ed educato,
di natura amichevole, in netto contrasto con l’aura di emarginato
scaturita da un contesto difficile come quello della Manchester di
fine anni 70, l’eroe maledetto la cui fiamma esistenziale si
è ripiegata, e spenta, vittima della sua stessa arte.

Viene descritto il suo lavoro in un negozio di dischi che gli
permette di stare a contatto con la musica, così come quello
al collocamento, dove entra per la prima volta in contatto con
malati di epilessia, il matrimonio e la parabola artistica dei Joy
Division. Compaiono così figure cardine nella storia della
band, come il tecnico del suono Martin Hannett e l’artista Peter
Saville, sebbene spicchi per interesse soprattutto la testimonianza
di Annik Honoré: amata da Curtis, qui toglie il velo del
riserbo e condivide varie epistole, come la cartolina che le viene
spedita da una fredda Berlino ancora divisa. Lodevoli le appendici:
oltre alla discografia, una lista esaustiva di apparizioni video e
concerti, degli scritti di Kevin Curtis, il padre di Ian, e due
canzoni dedicate al cantante e poeta (Missing Boy di Viny Reilly
dei Durutti Column e I.C. Water degli Psychic Tv).

È presente anche una sezione su che fine hanno fatto i
protagonisti di quest’avventura e qui l’edizione italiana svela
alcuni limiti, nell’essere di cinque anni più vecchia
dell’originale: uno come Tony Wilson è nel frattempo
scomparso, senza l’onore di una nota a margine sull’evento.
Tuttavia, questo resta un lavoro dettagliato e appassionato, figlio
di chi quei tempi li ha visti scorrere a fior di pelle, con un
corredo iconografico encomiabile.

Samantha Colombo

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