Difficili da estrarre e isolare dagli altri elementi, le terre rare si trovano anche negli smartphone. Risorse spesso dimenticate che è invece importante valorizzare. E riciclare.
Il fotovoltaico del futuro: un vetro grigio e trasparente
Da anni le aziende e i ricercatori di tutte le Università del mondo si impegnano per ottimizzare la tecnologia del fotovoltaico. Oggi la sfida è renderlo invisibile. Due gruppi di ricerca sono nel mirino dei produttori per il loro impegno in questa sperimentazione. In Inghilterra un gruppo di ricercatori dell’Università di Oxford, guidati dal
Da anni le aziende e i ricercatori di tutte le Università del mondo si impegnano per ottimizzare la tecnologia del fotovoltaico. Oggi la sfida è renderlo invisibile. Due gruppi di ricerca sono nel mirino dei produttori per il loro impegno in questa sperimentazione.
In Inghilterra un gruppo di ricercatori dell’Università di Oxford, guidati dal professore Henry Snaith, ha proposto una soluzione per rendere più trasparenti i pannelli fotovoltaici bucandone le lastre di silicio con tanti piccoli fori non visibili a occhio nudo. Per ora il risultato è quello di un vetro grigio, in grado di convertire fino al 20 per cento di energia solare in energia elettrica. Una soluzione perfetta, a detta dello stesso Snaith, se installata per esempio sulle finestre di case o uffici, dove non è necessario raggiungere la trasparenza totale.
Oltre oceano, a Boston, un gruppo di ricercatori della Michigan State University non è dello stesso avviso. Robert Lunt, docente di Ingegneria chimica e Scienze dei materiali, ha capeggiato gli studi e l’ideazione del solar concentrator, l’evoluzione del fotovoltaico. Con questa tecnologia all’avanguardia le cellule fotovoltaiche diventano completamente invisibili e prendendo così il posto delle nostre finestre, dei cartelloni pubblicitari, degli schermi di smartphone e computer. Entro i prossimi cinque anni, proprio su tablet e cellulari, Lunt spera di poter commercializzare il suo prodotto. Rispetto ai prototipi statunitensi degli anni Settanta, questi pannelli sono composti da una superficie totalmente trasparente, contornata da una sottile cornice di pannelli tradizionali a cui è attribuito il compito di convertire l’energia solare assorbita in energia elettrica. Il lato negativo di questo prodotto è la scarsa percentuale di energia convertita, solo il 7 per cento, nonostante questo, il successo di questo lavoro è straordinario. Il solar concentrator viene promosso dal Mit (Massachusetts Institute of Technology) con lo spin-off Ubiquitous Energy aperto da un gruppo di ingegneri, tra cui Robert Lunt, per rendere pubblica la loro ricerca bisognosa ancora di sperimentazione.
Al dato attuale un pannello fotovoltaico in silicio converte fino al 25 per cento di energia solare, ma è nero, esteticamente poco accattivante e per questo limitato al suo uso tradizionale. Questo spiega il carattere innovativo del progetto inglese e soprattutto di quello americano, che ben presto potrebbe essere impiegato in settori prima d’ora irraggiungibili come l’interior e il fashion design.
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