Acqua

Il futuro dell’acqua in cifre

In termini assoluti le risorse d’acqua nel mondo non mancano. Il problema è l’inquinamento che ne avvelena la maggior parte. E’ quanto emerge dal “Rapporto mondiale sullo sviluppo idrico”.

Entro mezzo secolo circa sette miliardi di persone avranno acqua
in quantità insufficiente o di qualità cattiva.

Questo il punto di partenza per il “Rapporto mondiale sullo
sviluppo idrico”, uno studio elaborato da 22 agenzie dell’Onu,
sotto la guida dell’Unesco: un dettagliato rapporto che fa da base
all’imminente forum mondiale di Kyoto, dove, da parte degli
organizzatori è stata dichiarata la volontà di tenere
conto di tutti gli aspetti sociali, ambientali ed economici legati
alla risorsa acqua. Per raggiungere dei risultati dovranno essere
negoziati accordi con i delegati di tutto il mondo, comprese
istituzioni internazionali legate alla Banca Mondiale e alle grandi
multinazionali private dell’acqua.

Gli argomenti dei forum di discussione internazionali vertono
intorno al reale pericolo che l’acqua da “bene comune”
dell’umanità diventi una merce, come già indica il
termine “oro blu”, usato di frequente dai mass media.

Ecco qualche cifra contenuta nel rapporto presentato a Kyoto nel
2007: esiste un enorme divario nel consumo di acqua, che va dalla
disponibilità di 10,52 metri cubi pro capite/anno in Kuwait
al milione e mezzo degli abitanti dell’Alaska. Inquinamento
chimico: per ogni litro di acqua utilizzato, ce ne sono almeno otto
avvelenati.
Ogni giorno vengono riversati nei fiumi circa due milioni di
tonnellate di rifiuti industriali, prodotti chimici e residui
agricoli. L’inquinamento mondiale attuale raggiunge i 12 mila
chilometri cubi d’acqua.

L’acqua con la miglior qualità si trova in Finlandia, la
peggiore in Belgio, l’Italia si classifica al 31° posto.
Secondo le stime dell’equipe che ha elaborato il rapporto, per
ridurre del 50% entro il 2015 il numero delle persone che non hanno
accesso all’acqua potabile, ci vogliono 12,6 miliardi di
dollari.

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