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Un territorio vasto e cangiante di 8 ettari in Sardegna è stato proclamato dall’Unesco “riserva di biosfera”. Siamo in Provincia di Nuoro, al Parco di Tepilora, un’oasi meravigliosa.
Non solo mare cristallino e spiagge interminabili attendono i turisti diretti in Sardegna, una terra ricca e varia contraddistinta da territori e panorami unici come quelli offerti dal Parco di Tepilora che l’Unesco ha riconosciuto assegnandogli il titolo di “riserva della biosfera“ nell’ambito del programma Uomo e biosfera – Man and the biosphere programme (Mab) –, istituito nel 1971 nel corso della 16esima conferenza generale dell’agenzia Onu, che si pone come fine la salvaguardia e la valorizzazione degli ecosistemi e individua territori caratterizzati da biodiversità peculiari, con particolare attenzione ai modelli di gestione promossi a livello locale e alle politiche di sviluppo sostenibile. Un altro motivo per visitare l’isola.
Siamo tra la Barbagia e Baronìa, nella parte centro-orientale della Sardegna, dove si estende una delle aree più rigogliose dell’isola delimitata dai comuni di Bitti, Lodè, Posada e Torpè, immersa in rilievi, foreste e corsi d’acqua. Un’oasi caratterizzata dalla presenza di formazioni vegetali e specie faunistiche di elevato valore naturalistico come: daini (Dama dama), cinghiali, volpi, gatti selvatici, martore, lepri sarde, donnole, falchi pellegrini, sparvieri e poiane. Inoltre, all’interno del complesso forestale è presente un’area per il ripopolamento dei mufloni (Ovis ammon musimon), ma soprattutto si registra la presenza dell’aquila reale, il cui sito di nidificazione è localizzato nei pressi del Monte Tepilora.
Un paradiso naturale per le specie animali e vegetali ma anche un luogo dove riscoprire la natura e le varie facce di una terra che ha in sé molte anime diverse: dai monti rocciosi di Lula, fino alle spiagge di Posada, passando per gli scenari unici di Bitti e Lodè, queste terre sono ancora poco conosciute dai turisti e forse anche per questo sono rimaste selvagge e naturali. Per tutti questi motivi l’Unesco ha assegnato la qualifica di riserva della biosfera.
Un riconoscimento prestigioso che certamente aumenterà il flusso di visitatori nell’oasi ma che ci auguriamo sia anche uno sprone a proseguire sulla strada del rispetto e della tutela ambientale, magari accrescendo la diffusione e la conoscenza delle antiche tradizioni e peculiarità sarde che resistono ancora. Infatti non tutti sanno che sono stati inseriti tra il patrimonio dell’umanità Unesco anche il canto tenore e la lingua sarda, entrambi simboli dell’isola.
Un tempo destinata al pascolo e al taglio della legna, negli anni Ottanta l’area dove ora sorge il parco è stata oggetto di rimboschimento per il 16 per cento del totale ed è stata attrezzata per l’escursionismo e la protezione dagli incendi, diventando riserva naturale. Ma è solo nel 2005 su impulso del Comune di Bitti in accordo con la Regione Sardegna, l’Ente foreste della Sardegna e la Provincia di Nuoro che si è pensato di “istituzionalizzare e regolamentare” questo territorio con lo scopo di tutelare le risorse naturali dell’area e incentivarne lo sviluppo sostenibile. Oggi il parco, interamente percorribile anche grazie ai suoi inverni miti, è meta ideale di un turismo a contatto con la natura anche in bassa stagione, tra panorami mozzafiato, fresche acque sorgive e tipicità florofaunistiche.
Le attrattive dell’oasi sono molte: per gli amanti della natura le specie che si trovano sul territorio sono numerose e facilmente avvistabili, di grande interesse anche per i più piccoli che possono agevolmente venirne a contatto. Chi desidera fare trekking ha a disposizione numerosi sentieri ben tracciati di varie difficoltà (a questo link tutte le informazioni), mentre chi è interessato ad aspetti storico artistici può nel territorio visitare le numerose testimonianze del popolo sardo in siti archeologici, centri museali e borghi medievali. A questo proposito vi segnaliamo in particolare Su Romanzesu a Bitti: si tratta di uno tra i più importanti complessi abitativi e cultuali della Sardegna costituito da un centinaio di capanne, cinque edifici di culto, un tempio a pozzo, quattro a “megaron” e un recinto cerimoniale. Un esempio mirabile della cultura antica di un’isola che ha davvero molto da offrire.
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