Il secondo produttore al mondo sigla una decisione storica. Ma gli allevamenti avranno tempo fino al 2034 per chiudere.
Anni di battaglie e di tribunali hanno dato ragione al contadino sardo. Quei resort di lusso resteranno sulla carta
È la classica storia di Davide contro Golia, del piccolo contro il gigante, quella di Ovidio Marras, raccontata da Nicola Pinna su LaStampa. Il vecchio pastore sardo, da anni impegnato contro una cordata di giganti del mattone, ha vinto la sua battaglia: nelle sue terre e tutt’intorno non si potrà costruire.
Niente resort di lusso, con camere 5 stelle pensate per ricchi e ricchissimi. Il pastore di Capo Malfatano, grazie anche all’appoggio di Italia Nostra, l’associazione per la salvaguardia e la conservazione dell’ambiente e del territorio italiano, ha così salvato da una colata di 190mila metri cubi di cemento uno degli angoli più suggestivi del sud della Sardegna, dove si trova quella considerata come una delle spiagge più belle al mondo.
Marras ha impugnato l’autorizzazione da parte del comune di Teluada e della regione Sardegna che aveva dato esito favorevole alla lottizzazione, fino ad arrivare in Cassazione. Quest’ultima ha riconosciuto l’illegittimità di “non sottoporre alla valutazione di impatto ambientale taluni dei piani di lottizzazione dei sub comparti interessati e ciò anche perché, in definitiva, nel contesto l’assenza di una valutazione complessivi ai fini della sola Via si poneva in radicale contrasto con la sua ontologica finalità, che era quella di accertare gli effetti ultimi dell’intero intervento sull’ambiente, nonché di valutarne la compatibilità e/o di suggerire sistemi di ‘minor impatto’, senza esclusione della cosiddetta ‘opzione zero’”.
“Non sono uno che sogna di vivere in un posto di lusso. Non so neanche dove sia la Costa Smeralda. Io voglio continuare a vivere in questa terra, voglio che la lascino così come l’abbiamo conosciuta”, ha raccontato il pastore a Pinna. “Qui mi avevano preso per scemo, ma io non mi sono arreso. Volevano circondarmi di case, volevamo intrappolarmi nel cemento, forse speravano che me ne andassi. Ma adesso saranno costretti a buttar giù tutto. Non era accettabile che noi dovessimo andar via da qui, da casa nostra, per far posto ai ricchi. Questo posto è di tutti e io lo dovevo difendere”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il secondo produttore al mondo sigla una decisione storica. Ma gli allevamenti avranno tempo fino al 2034 per chiudere.
Piogge torrenziali hanno colpito numerose nazioni asiatiche, provocando inondazioni catastrofiche. Si cercano ancora centinaia di dispersi.
Un report di Greenpeace denuncia il modello politico-economico della Russia: un intreccio di estrattivismo, autoritarismo e guerra che distrugge l’ambiente, con pesanti ripercussioni sull’ecosistema globale.
Con l’ultima revisione del Pnrr, i fondi stanziati per le Cer passano da 2,2 miliardi a poco meno di 800 milioni: preoccupazione tra gli addetti ai lavori.
Ecomondo 2025 racconta una transizione ecologica che avanza tra innovazione, dati e confronti, mostrando come il cambiamento riguardi già la vita di tutti.
Grande novità nella Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne. Ma salta il voto sul consenso libero, senza il quale è violenza sessuale.
Nella notte è uscita una nuova bozza che fa crollare le speranze. 30 paesi scrivono alla presidenza che è inaccettabile.
Insieme all’associazione Io non ho paura del lupo scopriamo questo grande predatore e come la convivenza tra la specie e le attività umane è possibile.
Un rapporto pubblicato dal Wwf mette in luce quali sono le cause economiche della deforestazione in Amazzonia.

