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Centinaia di migliaia sono nel nostro Paese agnelli e capretti uccisi ogni anno in vista delle festività pasquali. Numerose sono le associazioni ambientaliste che si battono per invertire questa tendenza.
Quella che per i cristiani è una giornata di festa per gli animali è una data terribile. In Italia a Pasqua infatti oltre 400mila agnelli e capretti vengono macellati, per poter finire sulle tavole degli italiani. Sebbene la sistematica uccisione degli animali sia una pratica quotidiana nella nostra società in questo caso assume un connotato ancora più inquietante.
Parliamo infatti di creature con poche mesi di vita, cuccioli strappati alle madri, stivati in camion in pessime condizioni, condotti al macello e costretti ad assistere allo sgozzamento dei fratelli in attesa del proprio turno. La carne, è ormai dimostrato, non è un alimento indispensabile, tutt’altro, più importante sarebbe invece educare i nostri bambini alla gentilezza e alla pietà, insegnando loro a rispettare gli animali e che se una cosa è piacevole non è necessariamente anche legittima.
Molto spesso i consumatori, cui la comunicazione tradizionale insegna che l’uccisione e lo smembramento di esseri senzienti è un’occasione lieta, non sono a conoscenza delle grandi sofferenze cui sono esposti gli animali, eppure la coscienza collettiva si sta espandendo e negli ultimi anni si è registrata una forte diminuzione della richiesta di carne di capretto e di agnello.
Il merito è in gran parte delle associazioni animaliste che, tramite campagne di sensibilizzazione, sono riuscite a far breccia nel cuore e nella testa di tante persone.
“Lascialo vivere” è lo slogan della Lav rivolto ai cittadini dalle piazze di tutta Italia nelle quali il 28 e il 29 marzo sono stati organizzati numerosi flash mob per promuovere una Pasqua senza crudeltà. “A Pasqua fai un sacrificio, non uccidermi” è l’efficace campagna lanciata da Animal Equality che si avvale di testimonial del mondo della cultura e dello spettacolo.
Anche l’associazione Animal Amnesty ha organizzato una campagna affissioni che ha coinvolto undici grandi città italiane, il manifesto mostra l’immagine di un cane e di un agnello fianco a fianco e recita “uno lo ami l’altro lo mangi”, facendo leva sulla grande discrepanza nel trattamento riservato agli animali d’affezione rispetto agli altri.
La scelta è più facile di quanto si possa pensare, basta chiedersi cosa prova un agnello ferito, stressato, terrorizzato dalle urla dei suoi compagni e dall’odore del sangue, legato per le zampe posteriori e appeso a testa in giù in attesa che la sua gola venga recisa. Le stesse sensazioni che provereste voi.
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