
Negli Stati Uniti alcuni scienziati hanno individuato dieci pesticidi con effetti dannosi sui neuroni dopaminergici collegati allo sviluppo del Parkinson.
Nonostante la concorrenza di cibi “finti italiani” diffusi in tutto il mondo, le aziende italiane puntano sulla genuinità
Se un prodotto alimentare è buono, se è autentico,
genuino, di qualità, e se il marketing ha il coraggio di
puntare tutto su questo per promuoverlo, ebbene questo prodotto
avrà un buon successo. E sarà in grado di sbaragliare
anche la concorrenza di prodotti magari più pubblicizzati,
meno cari, di qualche grande multinazionale.
È uno dei messaggi emersi da un incontro con alcuni
protagonisti del mercato alimentare italiano, esponenti
dell’industria, del marketing, della comunicazione organizzato a
Zurigo dalla società di consulenza Realise, che ha ideato la
conferenza, presso il GDI, think tank e luogo d’incontro
dell’industria e del commercio d’oltralpe.
Un messaggio tutt’altro che scontato. Si pensi alla concorrenza in
tutto il mondo di tanti cibi “finti italiani” (dal Parmesan alla
Beef-Pizza fino al Pepperoni, salame con peperoni dentro) contro le
vere specialità made in Italy.
Gli esempi sono molti. Si può raccontare come una famosa
marca di pasta italiana è sbarcata negli Usa, affrontando un
mercato pieno di confezioni di spaghetti fatti magari in Turchia o
magari con grano tenero (col nostro tricolore sulla confezione), ed
è riuscita a scavalcarle tutte, affermandosi alla fine come
la marca più venduta.
Si può raccontare come un produttore di vini, puntando sulla
cura artigianale dei prodotti e sulla personalità dei vini
è riuscito a raddoppiare in quindici anni il suo fatturato
aumentando solo d’una frazione la quantità di bottiglie
prodotte, proponendo vini un po’ più cari, ma sempre
più curati e legati al territorio d’origine.
E si può raccontare ovviamente delle imprese di Marco
Roveda, anch’egli relatore al convegno, due imprese diverse, una
nel biologico, una nella comunicazione etica, la cui storia
è sempre stata improntata all’offerta di qualcosa di
diverso, di migliore, di più buono.
Quali sono i fattori di successo di chi produce rispettando la
qualità, il gusto, l’ambiente?
Lo scenario favorevole: la fortuna del made in Italy e dei “veri”
ristoranti italiani in tutto il mondo.
Una richiesta di qualità: il mercato richiede sempre
più prodotti genuini, autentici, non standardizzati.
I relatori erano tutti d’accordo: è importante che il
marketing riconosca che tutti noi, stufi di offerte scadenti e di
massa, siamo alla ricerca di prodotti più buoni, più
sani, più bio, più “nostri”.
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