
Identità clonate e video realistici minacciano la privacy: la Danimarca prepara la prima legge in Europa contro i deepfake, riconoscendo il diritto d’autore su volto, voce e corpo.
Alcoa Corporation e Rio Tinto Aluminium hanno annunciato di voler commercializzare una tecnologia capace di eliminare le emissioni dirette di gas serra derivanti dal processo di fusione tradizionale.
Una piccola grande rivoluzione nell’industria dei metalli. E una grande collaborazione tra due dei giganti dell’alluminio e il mondo hitech. In questi giorni è infatti stata annunciata una joint venture tra Alcoa Corporation e Rio Tinto Aluminium per lanciare il marchio Elysis, che svilupperà su scala industriale un processo che minimizzi le emissioni di carbonio durante la fusione dell’alluminio.Un investimento di 188 milioni di dollari, al quale ha partecipato anche Apple, per continuare nella strada già segnata di riduzione dell’impatto ambientale dei propri prodotti hitech.
Un annuncio che arriva dopo decenni di ricerca e sviluppo e che promette di rivoluzionare l’industria e un processo che utilizzava la stessa tecnologia da 130 anni a questa parte. L’idea è partita dalla stessa Apple, dopo che tre dei suoi ingegneri iniziarono a cercare un metodo migliore e meno impattante per la produzione industriale di alluminio.
È dal 1886 che l’alluminio segue lo stesso sistema di produzione industriale. Da quando il fondatore stesso di Alcoa, Charles Hall, ne mise a punto il metodo che prevedeva di impiegare elettricità per avviare la reazione dell’allumina e di un materiale a base di carbonio. Il processo durante la reazione rilascia però grandi quantità di emissioni.
Alcoa negli anni ha lavorato per sostituire il carbonio con un altro materiale conduttivo e grazie all’interesse dei tre ingegneri di Apple, che ne han compreso il potenziale impatto a livello ambientale, la ricerca e lo sviluppo della nuova tecnica è avanzato rapidamente: Apple ha infatti collaborato con entrambe le aziende che operano nell’alluminio e con i governi del Canada e del Quebec, per investire insieme un ammontare complessivo di 144 milioni di dollari americani nelle future attività.
“Questa scoperta è stata studiata a lungo dall’industria dell’alluminio, e questo annuncio è il culmine del lavoro di molti dipendenti Alcoa”, ha detto in una nota Roy Harvey, presidente e amministratore delegato della multinazionale. “La nostra storia di innovazione continua mentre trasformiamo la produzione dell’alluminio in sostenibile per migliorare l’impronta di carbonio di una vasta gamma di prodotti, dalle auto all’elettronica di consumo”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Identità clonate e video realistici minacciano la privacy: la Danimarca prepara la prima legge in Europa contro i deepfake, riconoscendo il diritto d’autore su volto, voce e corpo.
Le city escape di Garipalli avvicinano i giovani alla storia in chiave ludica: un modo per scoprire quartieri meno noti, evitando l’overtourism.
Pulizia automatica e smart, anche in case “vissute”: l’ultimo robot aspirapolvere e lavapavimenti è pensato per semplificare la vita quotidiana.
Un cambiamento positivo quello ribadito dalla multinazionale tedesca, che conferma l’impegno verso la sostenibilità e punta sulla sensoristica per migliorare la vita delle persone.
Premiata dalla Nasa, l’italiana Chloe sviluppa capsule pre-seminate e sistemi autonomi per coltivare in ambienti chiusi fino a 15 varietà di piante.
La startup AcquaMente sviluppa soluzioni tecnologiche avanzate per il risparmio e la gestione sostenibile di una risorsa sempre più scarsa e preziosa.
Mykes è la startup che sostiene i neogenitori nei primi mille giorni, orientandoli verso servizi e reti di supporto sul territorio.
Attraverso una campagna crowdfunding, Friland vuole portare in tutt’Italia il suo modello di turismo lento e a contatto con la natura.
La startup italiana Cloov offre ai brand di moda soluzioni digitali per il noleggio, la rivendita e la riparazione dei capi.