In Texas, a El Paso, i giovani possono fermare le trivellazioni petrolifere

A maggio la città di El Paso vota la sua carta del clima. E con essa la fine delle trivellazioni nel più grande bacino di fossili degli Stati Uniti.

  • La campagna El Paso climate charter ha lanciato una petizione a luglio 2022 e ha raccolto oltre 40mila firme, più della metà da cittadini under35.
  • A maggio si voterà: se adottata, la carta sul clima di El Paso vieterà l’uso di acqua dolce nei progetti di estrazione di petrolio fuori dai confini della città.
  • Un brutto colpo per il bacino del Permiano, da dove si estrae il 40 per cento del petrolio statunitense.

Potremmo definirla una rivoluzione “verde” nel cuore “nero” degli Stati Uniti. Infatti, i cittadini di El Paso, città del Texas con 678mila abitanti, avranno la possibilità di votare questa primavera un pacchetto di misure climatiche adottate dalla municipalità. Una “climate charter”, ovvero una carta sul clima, unica nel suo genere: se la proposta venisse approvata, la città di El Paso interromperebbe di fatto le trivellazioni nel bacino del Permiano, che rappresenta circa il 40 per cento di tutta la produzione petrolifera degli Stati Uniti. 

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Il bacino del Permiano è il più grande sito di estrazione di petrolio negli Usa © Joe Raedle/Getty Images

El Paso punta all’80% di energia rinnovabile entro il 2030

Quella di El Paso potrebbe diventare una delle leggi più progressiste (in senso ambientale) del paese, in uno stato fedele ai repubblicani e molto vicino agli interessi delle compagnie fossili. Nella carta sul clima, inoltre, c’è un obiettivo ambizioso: l’80 per cento dell’energia dello stato deve essere a emissioni zero entro il 2030

Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, la carta incoraggia l’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti, l’istituzione di un dipartimento per il clima e il trasferimento della proprietà del fornitore di elettricità (la El Paso Electric, che nel 2020 è finita in un fondo di Jp Morgan) nelle mani dei cittadini. 

Salvare l’acqua dal petrolio del Permiano

Per abbattere il dominio delle fonti fossili, la carta climatica interviene su un un punto preciso: se adottata, vieterebbe di sfruttare le risorse idriche al di fuori della città per progetti di estrazione legati al petrolio. Così facendo, grazie alla carta i cittadini di El Paso potranno preservare l’acqua all’interno della propria comunità e per usi domestici: un fatto non secondario, dal momento che si tratta di un territorio piuttosto desertico e dove l’acqua sta diventato un bene ancora più scarso a causa della siccità.

Le attività di estrazione dei combustibili fossili nel bacino del Permiano sono state definite una carbon bomb dagli ambientalisti, in quanto rilascia enormi quantità di metano che oltre a riscaldare l’atmosfera terrestre causando il riscaldamento globale, inquina le acque sotterranee e i pozzi usati dai cittadini del deserto texano.  

Nel 2019, da qui circa 273 miliardi di litri di acqua dolce sono partiti per andare ad alimentare il fracking sul lato texano del bacino del Permiano. Un aumento del 2.400 per cento rispetto al 2010, secondo i dati della Us geological survey. Una pratica destinata a lasciare senz’acqua potabile El Paso.

Una carta criticata dalle imprese del settore

Naturalmente, non mancano i detrattori. La camera di commercio di El Paso, che rappresenta gli interessi delle imprese, si è opposta alla carta del clima, affermando che la proposta, sebbene giusta per le sue finalità, rischia di “costare caro” alle imprese locali e all’economia regionale.

Anche il governo di Joe Biden manda segnali contrastanti: invece di attenersi agli obiettivi climatici e ascoltare il popolo di Nuisqut (nonché i milioni di giovani che hanno manifestato in tutto il mondo e che negli Stati Uniti hanno sostenuto le sue politiche), l’attuale presidente degli Usa ha appena approvato il Willow project in Alaska, il più grande progetto di estrazione federale legato ai combustibili fossili.

Comunque vada il voto, la campagna “El Paso climate charter” ha dimostrato che le lotte per il clima sono in cima alla lista per migliaia di persone. La campagna è stata lanciata a luglio 2022 e ha raccolto in breve tempo 40mila firme, più della metà da giovani under 35. Il messaggio è stato lanciato, ora si vedrà come si esprimeranno i cittadini alle votazioni del prossimo 6 maggio.

 

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