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I salmoni sono un simbolo di eccellenza, ma le indagini all’interno degli allevamenti intensivi e negli impianti di macellazione rivelano una realtà diversa.
Il mercato globale del salmone è in costante crescita. Le stime relative alla vendita di salmoni affumicati, in particolare, ci dicono che questa continuerà ad aumentare a un tasso del 5,1 per cento fino al 2025. L’Italia è il quarto consumatore europeo di salmone, decimo nel mondo, e in termini di abitudini di consumo, il 44 per cento degli italiani ha dichiarato di acquistare questo prodotto d’impulso, mentre il 28 per cento ha dichiarato che lo consumerebbe ogni giorno.
Di fronte a questi dati, sembra facile fidarsi di un mercato florido che promette ai consumatori elevati standard di qualità. Se però si entra all’interno degli allevamenti e si tiene conto del loro impatto ambientale, se si osserva da vicino cosa accade nei macelli e cosa comporta questo per i pesci, non si può restare indifferenti.
Canada, Norvegia e Scozia sono i principali esportatori in Italia e nel mondo di questo prodotto simbolo di eccellenza. Questo mercato in espansione, dunque, non accenna a diminuire, ma le indagini realizzate da Animal Equality e altre organizzazioni per la protezione degli animali raccontano un’altra faccia della medaglia: quella della violenza e della sofferenza inaudite subite dai salmoni allevati e pescati destinati a finire fra gli scaffali dei supermercati.
L’ultima inchiesta di Animal Equality è stata realizzata in Scozia, terzo produttore mondiale di salmone atlantico d’allevamento (circa 38 milioni di pesci prodotti nel 2019). Le sue esportazioni raggiungono oltre 50 paesi e il governo scozzese supporta un piano per la massiccia espansione dell’industria entro il 2030.
Si tratta della prima indagine condotta sotto copertura che ha a che fare con un impianto di macellazione di salmoni da allevamento, per altro appartenente ad una delle maggiori compagnie di pesca commercializzata del Regno Unito. Qui, alcuni coraggiosi investigatori hanno documentato infime condizioni di macellazione nei confronti dei salmoni, percossi senza rispettare le normative vigenti relative al benessere degli animali.
Ogni anno la pesca commerciale uccide trilioni di animali in tutto il mondo. Che siano allevati in allevamenti ittici industriali o catturati allo stato selvatico, i pesci non godono di protezioni legali che regolino il loro trattamento o le modalità di macellazione.
Sia la pesca industriale che l’acquacoltura hanno inoltre un forte impatto ambientale. L’allevamento intensivo di pesci può infatti portare a condizioni dell’acqua tossiche a causa di ammoniaca, nitrati e parassiti utilizzati dagli allevatori per evitare la diffusione di parassiti all’interno di vasche sovraffollate.
Giunti alla fase di macellazione, il livello di stress dei pesci e le violenze nei loro confronti aumentano ancora. Le immagini dell’inchiesta di Animal Equality all’interno del macello scozzese mostrano atti di crudeltà terribili commessi da parte degli operatori nei confronti dei salmoni.
Seppur colpiti ripetutamente con dei bastoni con l’obiettivo di stordirli, l’incuria nei confronti di questa tremenda pratica da parte degli operatori fa sì che diversi salmoni restino coscienti anche quando le loro branchie vengono strappate manualmente anziché con l’ausilio di bisturi, come invece previsto dalla normativa vigente. Molti salmoni continuano così a dimenarsi mentre vengono lasciati soffocare nel loro sangue fino alla completa macellazione.
Di fronte a questa ingiustizia, l’impegno richiesto alla Commissione europea, che si sta muovendo per apportare una profonda revisione della legislazione esistente rispetto al benessere animale, è quello di battersi per un settore troppo spesso dimenticato e ignorato come quello della pesca intensiva e dell’industria ittica dove i pesci sono completamente privi di tutele. Assicurare condizioni dignitose alla vita dei pesci, esseri senzienti alla pari di tutti gli altri animali, è vitale all’interno di una comunità di Stati che guarda al rispetto del pianeta e di chi lo abita.
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