Diritto alla vita è anche protezione dalla crisi climatica, lo ha stabilito la Corte suprema indiana

La Corte suprema indiana ha aggiornato e allargato il concetto di diritto alla vita, includendovi quello a difendersi dagli impatti della crisi climatica.

Un passo in avanti importante per la giustizia climatica è stato effettuato in India. Lo scorso 6 aprile, la Corte suprema della nazione asiatica ha per la prima volta ampliato la nozione giuridica di “diritto alla vita”. Includendovi il diritto a difendersi dagli impatti nefasti dei cambiamenti climatici.

Allargata la nozione di “diritto alla vita” sancita dall’articolo 21 della Costituzione

“Non era ancora stato stabilito che i cittadini dispongano del diritto a non subire gli effetti del riscaldamento globale. Ma non c’è dubbio sul fatto che tale diritto e quello a vivere in un ambiente non inquinato rappresentino due facce della stessa medaglia”, hanno sentenziato i giudici. La crisi climatica, d’altra parte, causa già “devastazioni che si aggravano di anno in anno”, ha evidenziato la stessa corte, secondo la quale è per questo necessario un aggiornamento anche dal punto di vista giuridico.

In India, infatti, il diritto diritto all’uguaglianza è quello alla vita sono tutelati dalla Costituzione. il secondo, particolare, è disciplinato dall’articolo 21, al cui interno eccitato in particolare il “diritto alla salute”. Proprio quest’ultimo potrebbe essere messo in discussione dagli effetti dei cambiamenti climatici, che aggravano e aumentano la frequenza di ondata di caldo estremo, forti precipitazioni, inondazioni, siccità, o ancora difficoltà nell’approvvigionamento di beni alimentari.

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Volontari cercano di salvare le persone colpite da un’inondazione nello stato del Kerala, in India, nel 2018 © Afp/Getty Images

Affinché la sentenza abbia conseguenze concrete servono però politiche e leggi

Ma quali conseguenze concrete avrà sulla popolazione indiana la sentenza della Corte suprema? Secondo l’Hindustan Times, essa dovrebbe – per lo meno in linea teorica – spingere il governo ad investire maggiormente nella transizione energetica. Ciò al fine, appunto, di conformarsi alla nuova interpretazione del diritto costituzionale. Tuttavia, l’Indian Express osserva che “questi nuovi diritti non potranno essere immediatamente resi concreti, né esercitati da un cittadino. Potranno esserlo solamente una volta che saranno state elaborate delle politiche conseguenti e promulgate delle leggi”.

In ogni caso, la sentenza della Corte suprema dell’India rappresenta, di fatto, uno sprone nei confronti delle istituzioni a prendere atto della necessità di agire. E potrebbe, inoltre, incoraggiare ulteriori azioni legali basate su tale pronunciamento. In particolare, le comunità locali più vulnerabili di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici disporranno di una base giuridica per argomentare le loro rivendicazioni.

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