Ingredienti in etichetta

Molto spesso l’indicazione in ordine decrescente di peso nella tabella degli ingredienti non basta per informare il consumatore sulla qualità del prodotto che sta per acquistare. Ad esempio come scegliere tra due confezioni di wafer alla nocciola o quale yogurt alla frutta preferire? Per questo motivo quando nella denominazione di vendita (il nome del prodotto),

Molto spesso l’indicazione in ordine decrescente di peso nella
tabella degli ingredienti non basta per informare il consumatore
sulla qualità del prodotto che sta per acquistare. Ad
esempio come scegliere tra due confezioni di wafer alla nocciola o
quale yogurt alla frutta preferire?

Per questo motivo quando nella denominazione di vendita (il nome
del prodotto), si cita un ingrediente, questo deve essere
chiaramente riportato in etichetta. Tornando ai nostri esempi, lo
yogurt alla pesca dovrà indicare chiaramente la percentuale
di pesca utilizzata. Se invece si tratta di ingredienti composti,
come nel caso della crema di nocciole, l’etichetta dovrà
riportare la percentuale di nocciole utilizzate, la percentuale di
crema utilizzata, e, se presente in misura superiore del 25%, anche
tutti i suoi componenti. Solo in caso il prodotto sia costituito da
un unico ingrediente può essere omesso l’elenco degli
ingredienti, a condizione che la denominazione di vendita sia
identica, come ad esempio negli ortofrutticoli freschi che non
abbiano subito trattamenti.

Questo principio è esteso a tutte le caratteristiche citate
nella denominazione del prodotto compresa la zona di origine che lo
può rendere particolare. Attenzione a leggere bene,
perché esistono delle scappatoie che possono facilmente
trarre in inganno. Ad esempio non tutto il lardo di Colonnata
è veramente… di Colonnata! Sicuramente non lo è se
la dicitura riportata in etichetta recita lardo “tipo” o “alla
maniera di ” Colonnata.

Ricordatevi che anche per gli alimenti venduti sfusi in panetteria,
rosticceria, bar, gelateria e pasticceria esiste l’obbligo di
elencare gli ingredienti utilizzati. In questo caso dovranno
comparire su un unico cartello ben visibile all’interno del locale
di vendita.

Ma non tutti gli ingredienti utilizzati sono sempre indicati in
etichetta. Di alcuni è consentito indicare solo la categoria
di appartenenza (ad esempio oli vegetali idrogenati, grassi, aromi
naturali, ortaggi, carni bovine, carni di volatili), altri, come i
solventi di estrazione e i coadiuvanti, se non svolgono più
alcuna funzione nel prodotto finito, possono essere omessi.

Al posto del nome di additivi quali coloranti, conservanti,
acidificanti, gelificanti e addensanti è possibile trovare
il rispettivo codice europeo (un numero preceduto da una E).
È bene però ricordarsi che alcuni sono considerati
nocivi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità se
utilizzati al di sopra della Dose Giornaliera Accettabile (DGA); ma
nessuna etichetta ha l’obbligo di indicare la quantità di
tali sostanze.

Un’ultima raccomandazione: fate attenzione alle etichette con la
dicitura “senza conservanti”. Infatti non è detto che non
contengano altre categorie di additivi chimici, come edulcoranti,
coloranti e aromatizzanti. Attenzione agli “aromi” non meglio
definiti e agli “aromi naturalidentici”: si tratta di aromi di
sintesi; se invece compare la dicitura “aromi naturali” si tratta
di sostanze effettivamente naturali. Quindi se desiderate
acquistare prodotti privi di additivi cercate la scritta “privo di
additivi chimici”.

Betty Pajè

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