
L’Agenzia europea per l’ambiente ha valutato le perdite in termini economici e di vite legate agli eventi estremi tra il 1980 e il 2023.
Città come Miami e Shanghai potrebbero sparire dalle mappe. Entro il 2100 anche l’Italia potrebbe veder finire sott’acqua fino a 5.500 chilometri di coste a causa dell’innalzamento del livello dei mari.
Entro il 2100 il livello dei mari potrebbe alzarsi di 65 centimetri rispetto al 2005. Chi vive nelle aree costiere di Florida, Cina e Bangladesh è in serio pericolo, ma nemmeno i londinesi e i cagliaritani sono al sicuro. Nel giro di 80 anni interi stati potrebbero scomparire per sempre, come le Maldive nell’oceano Indiano o Kiribati nel Pacifico.
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Non solo il livello degli oceani si alza in media di 3 millimetri all’anno, ma questo valore subisce un’accelerazione pari a 0,084 millimetri ogni dieci anni. Lo ha rivelato un gruppo di ricercatori statunitensi sulla base di osservazioni satellitari effettuate a partire dal 1993, che hanno confermato quanto previsto dai modelli. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the national academy of Sciences.
“L’innalzamento prodotto dipende e dipenderà essenzialmente dallo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia e dell’Antartide ma in parte anche dall’aumento stesso della temperatura che produrrà un’espansione delle acque che costituiscono gli oceani”, spiega Carlo Migliore di 3Bmeteo.com.
Lo scioglimento dei ghiacci e l’aumento della temperatura oceanica hanno già causato gravi conseguenze in tutto il mondo, dallo sbiancamento dei coralli alle inondazioni che a Miami, per esempio, “sono aumentate del 400 per cento. Attualmente l’innalzamento marino ha già prodotto notevoli infiltrazioni di acqua salata nelle falde dolci costringendo milioni di agricoltori ad arretrare o addirittura allontanarsi definitivamente dalle zone costiere”, prosegue Carlo Migliore di 3Bmeteo.com.
Anche l’Italia è minacciata e le aree più a rischio, stando al team guidato da Fabrizio Antonioli, sono l’Alto Adriatico che comprende città come Venezia e Trieste, il golfo di Taranto, il golfo di Oristano e quello di Cagliari. Nella loro ricerca si legge che nel 2100 l’aspetto della nostra penisola è destinato a cambiare drasticamente: 5.500 chilometri di coste potrebbero sprofondare sott’acqua.
Purtroppo, però, non è finita qui. Un altro studio, pubblicato sulla rivista Nature communications, ha rivelato che anche nella migliore delle ipotesi il livello dei mari si alzerà di circa 91 centimetri entro il 2300. “Sembra che ingenti perdite di ghiaccio dall’Antartide siano possibili anche se le condizioni dell’Accordo di Parigi sul clima verranno rispettate”, avverte Matthias Mengel dell’Istituto per la ricerca sull’impatto climatico di Potsdam. Se poi i paesi non dovessero tener fede alla promessa di tagliare le emissioni di CO2, lo scenario sarebbe di gran lunga peggiore.
È quindi importantissimo che le nazioni di tutto il mondo facciano la loro parte. Un’altra strategia utile è la creazione di aree marine protette – il cui numero fortunatamente è in crescita – che consentono di tutelare ampie porzioni di oceano e i relativi ecosistemi. Ognuno di noi, infine, è chiamato a compiere scelte quotidiane da cui dipende un futuro sempre più vicino.
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