La Costituzione dell’Irlanda ancora fa riferimento alla donna come responsabile del lavoro domestico e di cura. A novembre un referendum potrà cambiare le cose.
La Costituzione irlandese è entrata in vigore nel 1937 e al suo interno presenta ancora un linguaggio e degli stereotipi superati.
Finora ci sono stati 38 referendum per modificare la Costituzione di quello che probabilmente è il paese più cattolico d’Europa.
A novembre il popolo dell’Irlanda sarà chiamato a esprimersi sulla cancellazione dei riferimenti alla “donna casalinga”.
Il governo dell’Irlanda ha annunciato che a novembre si terrà un referendum per stabilire l’uguaglianza di genere in Costituzione. Nel testo compaiono ancora riferimenti alla donna come responsabile del lavoro domestico e di cura ed è proprio su questi punti che si vuole intervenire, dando la parola ai cittadini. Negli scorsi anni l’Irlanda ha già cambiato la Costituzione per legalizzare l’aborto e il matrimonio tra persone dello stesso sesso.
La Costituzione irlandese è entrata in vigore 86 anni fa, nel 1937. E al suo interno presenta ancora un linguaggio e degli stereotipi teoricamente ormai superati, che però hanno resistito lì corso dei decenni a dimostrazione che forse il lavoro non è ancora compiuto del tutto.
Uno su tutti riguarda la condizione della donna nella società. L’articolo 41 stabilisce che “con la sua vita all’interno della casa, la donna dà allo Stato un sostegno senza il quale il bene comune non può essere raggiunto”. Inoltre, “le madri non saranno obbligate dalla necessità economica a impegnarsi nel lavoro trascurando i loro doveri in casa”. Queste prescrizioni facevano parte di un articolo più ampio, nel quale si diceva che le donne impiegate nella pubblica amministrazione avrebbero dovuto abbandonare il lavoro in caso di matrimonio. Un’imposizione poi rimossa nel 1973, a differenza delle disposizioni precedenti.
Finora ci sono stati38 referendum per modificare la Costituzione di quello che probabilmente è il paese più cattolico d’Europa. Con un referendum del 2015 è stato introdotto un cambiamento radicale, cioè la legalizzazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Tre anni dopo, nel 2018, il testo è stato nuovamente cambiato, questa volta per introdurre il diritto all’aborto. Ma presto i cittadini irlandesi saranno nuovamente chiamati alle urne.
Il referendum sulle donne
Nel 2021 un’assemblea cittadina si è riunita per discutere dell’articolo costituzionale che attribuisce il ruolo di casalinga alle donne irlandesi. In Irlanda l’iter per le modifiche costituzionali inizia in questo modo e in effetti, due anni dopo, si è arrivati all’annuncio del referendum sul tema.
'Until we have full equality between men and women – parity, we are a republic unfinished.'
Irish PM Leo Varadkar spoke as Ireland plans to hold a referendum in November to delete references to a woman's place being in the home from its constitution.https://t.co/M32nJTF4cwpic.twitter.com/IkKWfeNZnZ
Come ha detto il premier Leo Varadkar, “il governo prevede di indire un referendum per modificare la nostra costituzione e sancire l’uguaglianza di genere e rimuovere il riferimento antiquato alle donne casalinghe”. E ancora: “per troppo tempo, le donne e le ragazze hanno avuto una quota sproporzionata di responsabilità assistenziali, sono state discriminate a casa e sul posto di lavoro, sono state oggettivate o hanno vissuto nella paura della violenza domestica o di genere”. Da qui la chiamata alle urne per il popolo irlandese, che a novembre avrà il potere di cancellare l’ultimo dei punti integralisti della Costituzione di 86 anni fa.
Nelle prossime settimane il governo istituirà un gruppo interdipartimentale che avrà il compito di lavorare sul testo referendario e proporre le modifiche che avverranno in caso di vittoria degli abrogazionisti.
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