L’amministrazione Usa ha sospeso le domande per l’immigrazione delle persone provenienti da 19 paesi. Nel frattempo vanno avanti le retate nelle città.
Gli irlandesi hanno detto sì: quasi il 70 per cento degli elettori ha votato a favore dell’aborto. Che diventerà legale entro fine anno.
Nel referendum del 25 maggio i cittadini irlandesi hanno votato a favore della legalizzazione dell’aborto con il 66,4 per cento delle preferenze – oltre 1,4 milioni di voti. Lo spoglio delle schede elettorali è cominciato stamattina alle 9:00 ora locale (10:00 ora italiana): i risultati hanno confermato quanto anticipato dagli exit poll, che prevedevano ampio consenso da parte dei giovani. Nella capitale, Dublino, il sì ha vinto con il 75,4 per cento.
Chi ha votato sì, è favorevole all’abrogazione dell’ottavo emendamento della Costituzione irlandese che ammette l’interruzione di gravidanza soltanto se la madre è in pericolo di vita, ma non in caso di stupro, incesto o anomalie fetali (neppure se mortali). Ora, il governo presenterà una proposta di legge per legalizzare la pratica fino a 12 settimane di gravidanza, e in casi eccezionali anche oltre. Il primo ministro Leo Varadkar e il ministro della Sanità Simon Harris hanno assicurato che la proposta sarà avanzata entro la fine di luglio e diventerà legge entro la fine dell’anno.
Varadkar ha sempre sostenuto la legalizzazione dell’aborto in Irlanda. “Sembra che faremo la storia”, ha twittato all’uscita dei primi exit poll. “Alle donne è stato detto: ‘siete sole’. No, oggi, diciamo: siamo con voi”, ha aggiunto Harris. L’affluenza, pari al 64,13 per cento, ha toccato picchi del 70 per cento in alcune località. Centinaia di irlandesi residenti all’estero hanno fatto rientro in patria per esprimere il proprio voto. Il movimento Save the 8th (Salviamo l’ottavo, tra i più accaniti sostenitori del no) ha ufficialmente dichiarato la sconfitta, ma continuerà ad opporsi alle future mosse del governo.
Thank you to everyone who voted today. Democracy in action. It’s looking like we will make history tomorrow…. #Together4Yes
— Leo Varadkar (@campaignforleo) 25 maggio 2018
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