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Dopo il folle gesto nella chiesa di Rouen, mobilitazione del mondo musulmano in tutta Italia. Perché islam non significa terrorismo.
Più di 20mila musulmani (secondo altre fonti 15mila), fianco a fianco con i cristiani nelle chiese cattoliche di tutt’Italia. Da Como a Roma, da Vicenza a Catania, domenica 31 luglio si è celebrata l’unità e la vicinanza delle due religioni.
Il gesto etremamente simbolico avviene in particolare dopo gli ultimi avvenimenti francesi, ovvero dopo l’uccisione di padre Jacques Hamel a Saint-Etienne-du-Rouvray da parte di due fondamentalisti, uno dei quali è stato identificato in Adel Kermiche, 19 anni, in libertà vigilata dal marzo scorso.
Un segnale, quello della comunità musulmana italiana, arrivato dopo l’appello di Foad Aodi, presidente delle Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai), che aveva invitato tutti i fedeli di religione musulmana a “recarsi nella chiesa più vicina” per salutare il sacerdote o partecipare insieme all’imam di riferimento alla messa domenicale.
Un segnale importante, acclamato nei giorni scorsi da più parti, arrivato puntuale per ricordare che violenza e morte non sono i pilastri di due delle religioni più diffuse al mondo. “L’islam e il cristianesimo hanno la stessa fonte, ecco perché questa non è una guerra religiosa”, ha dichiarato Sami Salem, dalla chiesa di Santa Maria in Trastevere, al fianco di altri due imam. “Dice Allah nel Corano che uccidere un uomo innocente è come uccidere l’umanità. Spero che ci rivedremo, qui, dopo la vittoria su quella maledizione che è il terrorismo”.
Tornando da Cracovia dopo la Giornata mondiale della gioventù, anche Papa Francesco è intervenuto su uno dei temi più dibattuti di queste ultime settimane: “A me non piace parlare di violenza islamica. Se io parlassi di violenza islamica, dovrei anche parlare di cattolici violenti. Non tutti gli islamici sono violenti. Ma una cosa è vera: credo che in quasi tutte le religioni c’è un piccolo gruppetto fondamentalista. Anche noi ne abbiamo”, ha dichiarato Papa Francesco, secondo quanto scrive Mimmo Muolo su Avvenire. “Credo che non sia giusto identificare l’islam con la violenza”.
Anche nel resto del mondo è iniziata la mobilitazione. Sono più di 70 mila i capi religiosi musulmani ad aver lanciato e firmato un appello inequivocabile: Isis, al-Qaeda, Talebani, non sono “organizzazioni islamiche”. Il sacerdote Hazrat Subhan Raza Khan ha spiegato che la decisione è arrivata sulla scia degli attentati di Parigi, per spiegare al mondo che la comunità musulmana condanna l’estremismo islamico. “È scritto nel Corano che uccidere una persona innocente equivale a uccidere tutta l’umanità”, ha detto il capo del santuario di Ajmer, Mohammed Ehsan Raza Khan, nel nord ovest della regione del Rajasthan, in India.
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