Jet privati, in Italia una proposta di legge per vietare le tratte brevi

Una proposta di legge dell’opposizione prova a porre un freno all’uso di jet privati, in costante crescita in Italia, vietando quantomeno le tratte brevi.

  • Una proposta di legge punta a vietare in Italia l’uso di jet privati per tratte brevi.
  • Chiesta anche un’accisa sul kerosene utilizzato dai velivoli.
  • Ogni passeggero dovrebbe pagare 400 euro di tassa.

Vietare l’uso di jet e velivoli privati per la percorrenza di tratte brevi, percorribili in treno in meno di 240 minuti. Estendere l’accisa sul kerosene d’aviazione a jet e velivoli privati, oggi incomprensibilmente esclusi. Introdurre una tassa sui passeggeri, di 400 euro l’uno, e un’imposta progressiva sul carico trasportato. Così una proposta di legge, presentata alla Camera dal gruppo di Alleanza Verdi Sinistra, prova a mettere un freno all’utilizzo smodato di jet e altri tipi di velivoli privati.

È la prima risposta all’indagine pubblicata pochi giorni fa da Greenpeace, dalla quale era emerso che in Europa il numero di voli è aumentato del 64 per cento in un anno, raggiungendo un totale di 572.806 nel 2022, e che in questo periodo dall’Italia è decollato un volo su dieci, generando più di 266mila tonnellate di CO2 in un anno.

Dati confermati da un altro report, della ong Transport & Environment, dal nome “Private Jets: can the super-rich supercharge zero emission aviation?”, che ha rivelato l’impatto sui cambiamenti climatici attribuibile ai jet privati nel continente, mostrando che questi ultimi hanno in media una intensità di carbonio dieci volte maggiore rispetto agli aerei di linea e sono 50 volte più inquinanti dei treni. Secondo il report, in particolare, un volo privato di quattro ore emette quanto una persona in media in un anno.

La proposta di legge punta a far entrare in vigore i divieti a partire dal 2025, escludendo fino al 2030 gli aeromobili che utilizzano tecnologie sostenibili e garantiscono una riduzione di almeno il 50 per cento delle emissioni di carbonio. Dal 2030, invece, il divieto sarebbe esteso a tutti i velivoli che non siano a emissioni zero.

La prima firmataria della proposta di legge, Eleonora Evi, spiega  che “i capricci di un piccolo gruppo di privilegiati non hanno mai inquinato tanto, soprattutto in un momento storico in cui abbiamo davanti a noi una crisi epocale come quella climatica. Oggi però abbiamo dati e una fotografia molto precisa dell’impatto devastante di questi mezzi sul clima grazie al lavoro del collettivo Jet dei Ricchi, di associazioni come Greenpeace e Transport and Environment, che hanno tracciato e fatto una vera e propria analisi di questi voli”.

 

Jet dei Ricchi, in particolare, è un progetto italiano che da mesi si caratterizza per una campagna in cui, con puntualità, stima le emissioni prodotte dai vip italiani nell’utilizzo di jet privati, con tanto di nomi e cognomi, per le esigenze più disparate: dalle tournée dei Maneskin alle campagne elettorali di Matteo Renzi o Silvio Berlusconi, passando per le trasferte della Juventus ai viaggi di piacere di Valentino Rossi, Fabio Rovazzi e tanti altri.

Tutte le proposte contro i jet privati

Lo stesso collettivo Jet dei Ricchi aveva avanzato alla politica alcune proposte, tra cui quella di vietare le tratte brevi: “oggi in Europa quasi il 50 per cento dei voli in jet privato è utilizzato per coprire tratte brevi, inferiori ai 500 chilometri – scrive il collettivo –  Secondo le nostre elaborazioni su un campione di 75 jet privati, in Italia il 63 per cento dei voli privati han una durata inferiore ai 60 minuti. Quelli brevissimi – inferiori ai 30 minuti – rappresentano il 18 per cento”.

Tratte brevi, anche brevissime

In effetti, tra le tratte più utilizzate dai vettori privati c’è la Roma-Milano, servita abitualmente dall’alta velocità ferroviaria che collega le due metropoli in circa tre ore, e addirittura la Verona-Brescia: appena 44 chilometri, percorribili in 35 minuti di treno. Eppure qualcuno preferisce spostarsi tra queste due città in aereo. Secondo Transport and environment, un ban dei voli brevi su scala europea permetterebbe di ridurre l’impatto ambientale dell’aviazione privata del 28 per cento.

Le accise sul kerosene 

La seconda proposta riguarda la tassazione del kerosene: il propellente usato dagli aerei è esente da accise nell’Unione Europea, trasformandosi di fatto in un vantaggio fiscale che agisce come una sorta di sussidio al settore dell’aviazione a scapito degli altri mezzi di trasporto meno inquinanti.

La tassa sul passeggero

La proposta di Evi infine chiede una tassa di 400 euro a passeggero: una tassa del genere esiste già, dal 2012 in Italia, e riguarda i voli con meno di 19 passeggeri, con imposte fino a 200 euro a persona, in base alla durata del volo. Ipotizzando un importo medio di 1.500 euro a tratta – i calcoli sono nuovamente di Jet dei Ricchi – la tassa genererebbe un gettito annuo di circa 248 milioni di euro. Che, nella proposta di Avs “potrebbero essere investiti nei trasporti pubblici e meno inquinanti”.

Gli esempi virtuosi, in Europa, ci sono già: dal 2021, la Francia ha inserito nella legge Climat et Résilience una norma che vieta i voli domestici laddove esiste una soluzione in treno inferiore alle due ore e mezza, mentre di recente è stata bocciata la proposta di abolire in toto i voli privati. Nel 2020 il parlamento svizzero ha approvato una tassa sui passeggeri, i cui montanti vanno dai 500 euro ai 3.000 euro per volo. L’aeroporto di Schiphol, ad Amsterdam, invece ha già deciso di propria iniziativa di abolire voli notturni e aerei privati dal 2025.

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