I koala sono le vittime principali degli incendi devastanti in Australia

Centinaia di koala sono morti negli incendi che stanno mettendo l’Australia orientale in ginocchio, minacciando la sopravvivenza di una specie già sull’orlo dell’estinzione.

Gli incendi devastanti che da settimane stanno mettendo in ginocchio l’Australia orientale tra Queenslad e Nuovo Galles del Sud non accennano a fermarsi e hanno già causato una vera emergenza: 3 persone sono morte, oltre 250,000 ettari di terra bruciati, centinaia di abitazioni distrutte, aria irrespirabile, foreste ridotte in cenere. Tra queste, anche quelle di eucalipto, trascinando nelle conseguenze delle fiamme anche i loro abitanti: i koala.

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Incendi Australia
Sono 1.200 i pompieri impiegati in Australia nel tentativo di domare gli incendi © Sam Mooy/Getty Images

I koala minacciati dagli incendi 

Il Nuovo Galles del Sud è un’area cruciale per le popolazioni di koala, qui si trova infatti la riserva naturale Lake Innes che ospita una colonia di oltre 600 esemplari. Di questi, si teme che 350 siano morti nelle fiamme. “È una tragedia nazionale”, ha affermato Cheyne Flanagan, direttrice sanitaria del Koala Hospital, struttura di ricerca unica al mondo che da 45 anni si occupa di curare esemplari malati o feriti.

I volontari della struttura con sede a Port Macquarie, una cittadina a circa 250 chilometri da Sydney, stanno infatti lavorando e lottando contro il tempo per andare a soccorrere i koala, quelli sopravvissuti, dopo il passaggio della furia delle fiamme. Infatti, a differenza di altri animali, i koala non scappano dalle fiamme, ma si arrampicano in cima agli alberi dove si raggomitolano a palla aspettando che il pericolo passi. Al centro di recupero gli animali arrivano terrorizzati, disidratati, con le zampe ustionate e il pelo bruciato.

Un koala disidratato e ferito viene curato al Koala Hospital di Port Macquarie, in Australia
Un koala disidratato e ferito viene curato al Koala Hospital di Port Macquarie, in Australia © Saeed Khan/AFP/Getty Images

Se il pelo bruciato e la disidratazione possono essere curati, il problema rimane per gli artigli, fondamentali per la loro sopravvivenza garantita dall’arrampicarsi sugli alberi di eucalipto, di cui si nutrono. “Un koala che non si riesce ad arrampicare, non può sopravvivere”, ha infatti dichiarato Sue Ashton, direttrice del Koala Hospital. Non solo, gli esemplari sopravvissuti rimangono minacciati dalle conseguenze degli incendi, ad esempio l’assenza di cibo: “anche se un animale sopravvive, poi muore di fame”, ha aggiunto Ashton.

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Introducing LINR Paul. He is the first koala admitted from Lake Innes Nature Reserve after the fire. Paul’s fur is singed and his feet and hands are burnt. Here he is receiving some fluids from our dedicated volunteers. Our qualified search and rescue volunteer teams are working closely with Fire and Rescue, Rural Fire Service, Port Macquarie-Hastings Council and National Parks and Wildlife Service to collect burnt or injured koalas and other fauna for treatment and care.

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Il futuro della specie

Il koala è tra le specie più a rischio estinzione. L’Australian koala foundation ha affermato che sopravvivono in natura appena 80mila koala e che la specie sarebbe condannata a scomparire per sempre, dichiarandola già funzionalmente estinta (ovvero che il numero di individui è troppo basso e quindi insufficiente per garantire la sopravvivenza di nuove generazioni). E proprio nel Nuovo Galles del Sud sono stimati dai 16mila ai 18mila koala, vuol dire che perdere centinaia di esemplari in una delle loro roccaforti è disastroso.

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Un koala appallottolato su un albero
Quando in pericolo i koala, a differenza di altri animali, non scappano: si rifugiano sui rami più alti degli alberi © Brook Mitchell/Getty Images

Il tentativo disperato di salvare questo animale iconico australiano deve tenere in conto un ambiente da un lato sempre più ostile perché soggetto ai cambiamenti climatici e, quindi, più predisposto a questo tipo di eventi meteo estremi. Dall’altro, un ambiente sempre meno ospitale perché trasformato dall’impatto delle attività umane. “Abbiamo questi animali unici al mondo, e li stiamo uccidendo”, ha concluso Flanagan. “Questo deve essere un campanello d’allarme”.

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