Castello di San Giorgio

Coste rocciose a picco sul mare, calette impervie ma incontaminate, grotte da esplorare: l’Arcipelago delle Tremiti è un gioiello da non abbandonare.
Per il prossimo week-end di Pasqua tornerà accessibile a Mantova il celebre capolavoro del Mantegna salvato dai danni sismici del 2012
Assicurare la sopravvivenza di un’opera d’arte in caso di disastri o calamità naturali è una vittoria tutt’altro che scontata o frequente in una nazione in cui, come documentano i vari periodici allarmi dell’Unesco, l’incolumità di tanti patrimoni culturali o ambientali è purtroppo spesso a rischio.
Particolarmente confortante appare dunque il lieto fine che vede protagonista la celebre “camera picta” di Andrea Mantegna, ovvero la Camera degli Sposi affrescata tra il 1465 e il 1474 nel Castello di San Giorgio a Mantova e ridotta in condizioni critiche in seguito alle violente scosse sismiche che nel 2012 avevano flagellato l’Emilia.
Per rimediare ai danni verificatisi in tale occasione, ovvero alla riapertura di una microfenditura e al conseguente distacco di una porzione di intonaco dipinto, è stata realizzata una complessiva opera di consolidamento antisismico che ha coinvolto anche gli ambienti circostanti, cioè sia il piano superiore sia quello sottostante (la cosiddetta Sala del Sole).
L’operazione è stata condotta inserendo appositi rinforzi angolari in acciaio lungo il perimetro delle stanze in modo da renderle più resistenti ad eventuali scosse future. Ma il nuovo protocollo di sicurezza prevede anche una più prudente gestione degli accessi: la cosiddetta “camera più bella del mondo” potrà d’ora in poi accogliere non più di 1500 ingressi giornalieri, suddivisi in gruppi non più numerosi di 25 persone cui sarà consentito sostare non oltre i cinque minuti.
Dopo una breve riapertura parziale nell’estate del 2014, il capolavoro del Mantegna tornerà definitivamente visitabile ai primi di aprile, in tempo per il week-end di Pasqua 2015, consentendoci di tornare ad ammirare i ritratti della famiglia Gonzaga, riunita attorno alla coppia formata dal marchese Ludovico II con la moglie Barbara di Brandeburgo, ma soprattutto lo straordinario virtuosismo degli effetti trompe-l’oeil che caratterizzano il ciclo pittorico, con i suoi spazi illusionistici spalancati al di là delle pareti e delle barriere architettoniche.
http://www.cameradeglisposi.it/storia.asp
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