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In oltre trecento piazze italiane, dal 6 all’8 dicembre, l’associazione animalista sarà presente per raccogliere firme per i diritti animali.
“Gli animali hanno diritto di vivere”, questo il messaggio tanto semplice quanto rivoluzionario che unisce più di 300 piazze in Italia che dal 6 all’8 dicembre vedranno impegnati i volontari della Lega antivivisezione e di altre associazioni animaliste per chiedere più rispetto per gli animali.
Ogni giorno milioni di animali di un’incredibile varietà di specie vengono uccisi per ricavarne cibo e capi di abbigliamento e vengono sfruttati per esperimenti scientifici e per esibirsi come maschere tristi in circhi, zoo e delfinari. Ci sono diritti inalienabili, come il diritto a non essere ucciso o a non essere sottoposto a prigionia e tortura, che dovrebbero essere riconosciuti al di là della specie a cui un individuo appartenga.
Presso i banchetti della Lav sarà possibile firmare diverse petizioni per chiedere l’abolizione di alcune forme di tortura come gli animali detenuti alla catena, sfruttati per l’accattonaggio o esposti in mostre e circhi o ancora le carrozze trainate dai cavalli e i rumorosi fuochi d’artificio che spaventano gli animali. I volontari della Lav chiederanno anche di dire sì al pronto soccorso veterinario, a regolamenti comunali che garantiscano più tutela agli animali, di fermare la caccia e di garantire la scelta vegetariana in tutti i luoghi di ristoro, sia pubblici che privati.
«Quante più firme raccoglieremo, tanto maggiore sarà la possibilità che le nuove norme locali a tutela degli animali diventino vincolanti e trovino concreta applicazione – ha dichiarato il presidente della Lav Gianluca Felicetti. – Ogni firma raccolta sarà un aiuto concreto a migliorare la conoscenza e la convivenza con gli animali, facendo avanzare alcune indispensabili norme delle amministrazioni locali in loro tutela. In più di 35 anni di attività abbiamo salvato milioni di quattrozampe, lottato contro i loro maltrattamenti, contro la vivisezione, gli abbandoni o i traffici illegali. Ma c’è ancora molto da fare perché gli animali non siano più vittime di soprusi e violenze”.
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