Tutto quello che gira intorno all’orsa Jj4

Aspettando l’11 maggio, giorno in cui verrà deciso il futuro di Jj4, l’orsa che ha ucciso Andrea Papi. Ripercorriamo quanto successo in questi giorni.

  • Il fatto: l’incidente con l’orsa Jj4 che ha provocato la morte di Andrea Papi.
  • Le opinioni: sono contrastanti c’è chi la vuole morta, chi la vuole libera, deciderà il Tar.
  • La legge del taglione non aiuta la gestione degli orsi.

Andrea Papi era un ragazzo di 26 anni, è stato definito un mountain runner poiché per sport correva su sentieri in natura, in altitudine, passando per i boschi e prati di montagna. Intorno alle ore 18:00 del 5 aprile, come è ormai più che noto, è stato vittima di un incidente fatale, l’incontro con un plantigrado, l’orsa Jj4. Questo incidente ha provocato la morte di Papi, il primo caso di attacco mortale di orso in Italia. Da quel giorno: il circo mediatico, con due fazioni fortemente schierate per uccidere o salvare l’orsa. Ora Jj4 è stata catturata e rinchiusa nel centro di recupero della fauna alpina Casteller di Trento, in attesa dell’11 maggio, giorno in cui il Tar di Trento sentenzierà il suo futuro: con l’abbattimento, firmato e sostenuto strenuamente da Maurizio Fugatti, presidente della provincia di Trento, oppure verrà risparmiata e magari trasferita in un’altra zona, come ipotizzato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e come sperano, speriamo in molti. Per comprendere meglio quello che sta accadendo facciamo il punto della situazione.

Chi è l’orsa Jj4?

L’orsa Jj4 è un orso bruno (Ursus arctos) di 17 anni, madre di tre cuccioli, figlia di Juze e Jurka (da qui il nome Jj, per le iniziali dei genitori, e 4, per essere la quarta figlia) e frutto del successo delle reintroduzioni avvenute a seguito del progetto Life Ursus iniziate nel 1999. Jj4 era già nota alle cronache come esemplare pericoloso, quando nel 2020 si è imbattuta in due cacciatori, padre e figlio, e spaventata per la vita dei suoi tre piccoli, li ha aggrediti. Il referto medico, alcune ferite sulle gambe e su altre parti del corpo, ha fatto scattare l’ordinanza di abbattimento dell’orsa – il presidente Fugatti la voleva morta già nel 2020 – tuttavia respinta dal Tar (Tribunale amministrativo regionale) e dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) poiché aveva agito in protezione dei suoi cuccioli. Oggi, a fronte dell’incidente con il runner, l’orsa Jj4 si ritrova di nuovo “sotto processo” e la sua vita sarà decisa politicamente.

Cosa succede ora?

Andiamo con ordine. Dopo la morte di Papi, il presidente Fugatti, l’8 aprile, ha emesso un’ordinanza di cattura e soppressione dell’orsa. La Lav (Lega anti vivisezione) il 13 aprile ha presentato ricorso al Tar di Trento per annullare l’ordinanza. Il Tar, il giorno successivo, ha accolto in via interinale, temporaneamente, il ricorso presentato dalla Lav sospendendo l’ordinanza in attesa della decisione della camera di consiglio l’11 maggio, la quale valuterà l’intero fascicolo processuale, completo di verbale del comitato di ordine pubblico e dei referti sanitari sulle cause del decesso. L’ordinanza è stata annullata principalmente perché manca il parere dell’Ispra, infatti, Fugatti ha emanato l’ordinanza basandosi sulla necessità e urgenza di garantire la sicurezza pubblica, bypassando il parere dell’Ispra, con il quale è possibile ad esempio il prelievo, la cattura o l’uccisione – a condizione che non esista un’altra soluzione valida – dell’animale. Una soluzione valida per salvare Jj4 resta e rimane il trasferimento in un’altra località.

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L’orsa Jj4 è stata ritenuta pericolosa già in passato, ora si aspetta la decisione sulla sua vita ©Vincent Jansenn/Pexels

La cattura dell’orsa e dei  suoi tre cuccioli

Dopo alcuni giorni di ricerche operate dalla forestale di Trento, il 17 aprile è stata catturata Jj4. Sono state utilizzate delle trappole a tubo, con all’interno un’esca a base di frutta, poiché i plantigradi ne sono molto golosi e con Jj4, al terzo tentativo, ha funzionato. Per due volte stava per entrare nella trappola, ma negli ultimi giorni era diventata molto diffidente, specialmente per la continua presenza dei cani e degli agenti della forestale. Con lei nel momento della cattura c’erano i suoi tre cuccioli, due dei quali sono rimasti intrappolati all’interno della gabbia, mentre uno è riuscito a fuggire. Una volta sedata Jj4 la trappola è stata aperta così da permettere la fuga dei due cuccioli catturati. Molte le preoccupazioni per la sorte dei cuccioli, i tre erano quasi pronti ad abbandonare naturalmente la madre, poiché le cure parentali degli orsi sono lunghe e possono raggiungere i due anni.  A riguardo Raffaele De Col, dirigente del corpo forestale, ha chiarito che i cuccioli sono autosufficienti e nel periodo dello svezzamento. Hanno circa due anni e pesano intorno ai 40 chili. Il problema reale è che probabilmente manca ancora una parte dell’apprendimento che i cuccioli imparano imitando la madre, come per esempio stare lontano dagli uomini, magari spinti ad avvicinarsi per la facilità di reperire del cibo – diventando troppo confidenti. Un motivo in più per aggiungere altri orsi alla lista nera, potrebbe pensare Fugazzi. Al momento le chanche di sopravvivenza rimangono ottime e i cuccioli sono in salute.

Abbattere gli individui pericolosi

Secondo alcuni l’abbattimento sarebbe la soluzione necessaria e più efficace. Addirittura, in questo momento sono tre gli orsi selezionati per finire sulla gogna, Jj4, Mj5 e M62, poiché giudicati pericolosi e troppo confidenti. Come sottolineato da De Col, durante la conferenza stampa riguardante la cattura di Jj4 ha ribadito la pericolosità dell’orso, il quale ha strappato e distrutto le fototrappole, “poiché odoravano probabilmente di uomo”. Nel caso in cui verrà accettata l’ordinanza dal Tar, a Jj4 sarà vittima di eutanasia, la modalità più indicata per azzerare la sofferenza dell’animale. Fugatti, primo sostenitore degli abbattimenti, è rimasto deluso perché si è visto respingere dal Tar anche l’ordinanza per la cattura e l’abbattimento di Mj5. La posizione, tuttavia, rimane ferma “con questi numeri la convivenza diventa impossibile”. Magari il problema non è il numero di orsi, sicuramente maggiore rispetto a quello indicato dagli obiettivi del progetto Life Ursus, ma probabilmente la causa la si ritrova nella gestione sbagliata della provincia, che ha reso complicata anche la convivenza.

Anche la famiglia di Papi vuole salvare Jj4

Sono tantissime le persone e le associazioni che si sono schierate in difesa di Jj4. Tra le voci più significative spicca la dichiarazione di Franca Ghirardini, madre di Andrea Papi, la quale ha dichiarato che abbattere l’orsa è inutile perché la vendetta non le ridarà indietro suo figlio. Inoltre, ha tenuto a precisare che la morte di suo figlio non è colpa né dell’orsa, né di Andrea, “la colpa va ricercata nella cattiva gestione fatta da chi ha seguito, nel tempo, il progetto Life Ursus, che ormai è sfuggito di mano”. Ha definito la gestione incauta e inadeguata, ma per la mancanza di tutela e prevenzione vuole che i responsabili non la passino liscia. Ad attaccare Fugatti e le sue dichiarazioni che questi abbattimenti sono fatti per garantire la sicurezza e l’incolumità dei cittadini, è Massimo Vitturi, responsabile dell’area animali selvatici della Lav, che afferma: “Non ha mai fatto nulla per informare ed educare i cittadini a una corretta convivenza. Uccidere gli orsi non significa sicurezza. Per questo è importantissimo sapere come comportarsi in caso di incontro e come affrontarli. La provincia di Trento negli ultimi 24 anni non ha fatto nulla. E oggi, non potendo più prevenire, se la prende con gli animali”. Secondo il Wwf, procedere in questo modo, ovvero aggiungendo sempre più orsi alla lista nera degli animali da abbattere, crea solamente confusione: “La gestione faunistica, e quella degli orsi in particolare, richiede competenza e preparazione e sarebbe bene affidarsi a tecnici ed esperti evitando inutili improvvisazioni. Le posizioni estremistiche rappresentano un ostacolo alla gestione di un problema complesso che richiede soluzioni complesse prese su basi scientifiche”. Anche i veterinari del Trentino si sono uniti contro l’abbattimento di Jj4, poiché considerata ormai innocua per la popolazione vista la sua reclusione nel centro di recupero, rendendo così la sua uccisione assolutamente inutile.

Purtroppo a livello legislativo, come scritto nel testo del Pacobace (Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali), ovvero il riferimento e la base formale della politica di gestione e conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro-orientali – adottato da Ispra e dalle regioni e province – quando un orso raggiunge il livello massimo di pericolosità, come in questo caso provocando la morte di una persona, tra le azioni possibili, cattura per rilascio e cattura permanente, è presente anche l’abbattimento. La speranza è che Jj4 non venga abbattuta, così da non rendere il mondo cieco.

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