
Il Barometro della guida responsabile della Fondazione Vinci Autoroutes evidenzia molte cattive abitudini al volante, soprattutto da parte degli under 35.
Dal 2017, alcuni tratti della celebre autostrada americana Route 66 saranno pavimentati con un rivoluzionario asfalto fotovoltaico in grado d’alimentare edifici, segnaletica e veicoli elettrici.
In Italia possiamo vantare l’Autostrada del Sole, vale a dire l’A1 Milano Napoli. All’estero, invece, stanno nascendo le prime autostrade solari. Una differenza non solo lessicale, dato che nel primo caso parliamo di un’arteria di comunicazione tradizionale, trafficata e tutt’altro che smart, mentre nel secondo ci troviamo al cospetto d’infrastrutture sostenibili dedicate sì alla circolazione dei veicoli, ma al tempo stesso adibite alla produzione d’energia pulita. Due mondi diversi.
La prima autostrada solare è stata inaugurata nel 2014 in Olanda e consiste in una pista ciclabile dotata di una speciale pavimentazione in grado di produrre oltre 9.000 kWh all’anno. Sfruttando il manto stradale come un impianto fotovoltaico, è possibile alimentare a costi estremamente ridotti l’illuminazione, la segnaletica e quanto vi possa essere di elettrico ed elettronico lungo la strada, veicoli compresi. Il progetto, denominato SolaRoad, si basa sull’impiego di moduli di pannelli solari con uno spesso strato di vetro temperato che protegge le celle sensibili all’irradiamento.
Seguendo l’esempio della SolaRoad olandese, i coniugi e inventori americani Julie e Scott Brusaw hanno ideato un “asfalto” contenente cellule fotovoltaiche, in grado di catturare l’irradiamento solare trasformandolo in elettricità. Le Solar Roadways, questo il nome delle inedite infrastrutture, sono potenzialmente in grado di rivoluzionare la mobilità del Pianeta. Non a caso, il progetto ha raccolto in meno di un mese oltre due milioni di dollari di fondi per il passaggio dalla fase progettuale a quella sperimentale, sull’onda della considerazione che, dotando idealmente i 260mila chilometri di autostrade degli Stati Uniti delle mattonelle solari, sarebbe possibile generare una quantità di corrente tre volte superiore all’attuale fabbisogno del Paese. In aggiunta, i veicoli elettrici, camion inclusi, complice la tecnologia di ricarica induttiva si troverebbero a viaggiare in una situazione d’autonomia estesa; una condizione che ne favorirebbe la diffusione rendendo meno gravi le odierne carenze della rete di ricarica rapida.
I primi test dedicati alla sicurezza e, soprattutto, all’usura del manto fotovoltaico sono incoraggianti, tanto da parlare di un’aderenza non inferiore al bitume tradizionale e di una struttura in grado di sopportare il peso di un autoarticolato. Sicurezza che, specie nelle zone dal clima rigido, risulterebbe ulteriormente rafforzata dalla possibilità di riscaldare la superficie stradale, scongiurando la formazione di ghiaccio a favorendo lo scioglimento della neve nei mesi invernali. Le prime applicazioni della nuova tecnologia saranno circoscritte alla pavimentazione delle zone di sosta, per poi estendersi, grazie a un accordo tra lo stato del Missouri e Solar Roadways, la società americana che installerà i pannelli solari stradali, a brevi tratti della Route 66, vale a dire la più celebre autostrada americana. Appuntamento al 2017 per la fase operativa.
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