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Difficile trovare parole “utili” di fronte a una tragedia come quella di Corato, dove si sono scontrati due treni che percorrevano la tratta ferroviaria Andria-Corato. Di fronte a tante vittime e a un tale dolore è faticoso addentrarsi nelle speculazioni su colpe e responsabilità. Come cittadini che da anni denunciano le condizioni precarie del trasporto
Difficile trovare parole “utili” di fronte a una tragedia come quella di Corato, dove si sono scontrati due treni che percorrevano la tratta ferroviaria Andria-Corato. Di fronte a tante vittime e a un tale dolore è faticoso addentrarsi nelle speculazioni su colpe e responsabilità. Come cittadini che da anni denunciano le condizioni precarie del trasporto pubblico locale, possiamo soltanto ribadire, dati alla mano, la necessità di un intervento deciso del governo nazionale e di quelli regionali.
La fotografia di Legambiente, scattata grazie al rapporto Pendolaria presentato a inizio anno, registra – a fronte di un incremento dell’offerta sulla linea dell’alta velocità – un’obsolescenza ormai intollerabile delle condizioni di linee e convogli sulle altre direttrici, cui spesso si aggiungono carenze nei sistemi di sicurezza. Siamo fermi a trent’anni fa. I 2,84 milioni di passeggeri che ogni giorno usufruiscono del servizio ferroviario regionale non sono trattati allo stesso modo, né per il numero di treni a disposizione né per la qualità e puntualità del servizio. Esistono due Italie eccome, se a fronte di una media dei tagli ai treni regionali dal 2010 del 6,5 per cento, la Basilicata fa registrare una riduzione dei fondi del 18,9 per cento, la Calabria del 26,4 per cento e la Campania del 15,1.
Dal 2007 a oggi l’alta velocità ha prodotto un aumento dell’offerta pari al 370 per cento. Ma cosa accade nelle zone dove non arriva il treno veloce? Gli Intercity sono diminuiti quasi del 20 per cento e le condizioni del trasporto locale su rotaia sono sotto gli occhi di tutti. I treni regionali che circolano tra Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna sono meno di quelli della sola Lombardia (1.738 contro 2.300). E quelli del Sud sono anche più vecchi e più lenti rispetto a quelli del Nord (20,4 anni la media di età contro 16,6). Le linee sono spesso a binario unico, come quella del tragico incidente pugliese, e non elettrificate.
Sono anche queste le due Italie, quelle dei costosi treni ad alta velocità e quella dei pendolari che spesso percorrono tratte molto più brevi, ad esempio, di un Frecciarossa Roma-Napoli, impiegando tempi enormemente più lunghi. Per fortuna esistono anche tratte di eccellenza. E per fortuna qualche segnale di inversione di rotta negli ultimi mesi lo abbiamo registrato. A partire dalla cancellazione della legge Obiettivo e dagli stanziamenti previsti nella legge di Stabilità 2016 per il trasporto merci ferroviario e marittimo. Ora il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio ha anche annunciato lo stanziamento di ulteriori 1,8 miliardi di euro per le reti regionali non di competenza nazionale. Vanno investiti in sicurezza, ammodernamento e potenziamento. Così, per non rendere vana la tragedia pugliese, potremo passare dalle parole utili alle azioni utili.
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