Socially made in Italy, quando l’alta moda italiana è fatta a mano dalle detenute

Socially made in Italy, quando l’alta moda italiana è fatta a mano dalle detenute

Socially made in Italy è una comunità che tra etica, moda e diritti umani vede protagonisti i marchi dell’alta moda e le cooperative sociali che si occupano d’inserimento lavorativo con l’obiettivo di valorizzare il lavoro artigianale delle detenute all’interno di undici carceri femminili italiane. Cos’è Socially made in Italy Progetto della cooperativa sociale Alice che si occupa di formazione

CasArché, la casa che porta colore nella vita di mamme e bimbi in difficoltà

CasArché, la casa che porta colore nella vita di mamme e bimbi in difficoltà

Il colore è protagonista del progetto di ristrutturazione della casa di accoglienza CasArché di Fondazione Arché, curato dallo studio di architettura e interior design 23Bassi. Aperto a Quarto Oggiaro, quartiere alla periferia di Milano, a fine 2016, ospita mamme 
e bambini vulnerabili che si trovano in situazioni di disagio sociale
, affiancandoli nel cammino
 verso l’autonomia. La filosofia dietro CasArché CasArché è stata

Cangiari, il primo marchio italiano di alta moda etica è made in Calabria

Cangiari, il primo marchio italiano di alta moda etica è made in Calabria

Con una filiera produttiva etica al cento per cento, valorizzando il lavoro artigiano e difendendo la legalità in Calabria, il marchio Cangiari ha dato nuova vita all’antica tradizione della tessitura portandola a sfilare in tutto il mondo. È stato selezionato dall’Associazione per il disegno industriale (Adi) all’interno dell’Index 2016 tra i migliori progetti di design per il sociale.

Taking care, l’architettura per le periferie al centro della Biennale di Venezia

Taking care, l’architettura per le periferie al centro della Biennale di Venezia

Uno dei protagonisti della 15esima Mostra internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, terminata lo scorso novembre, è stato il Padiglione Italia con Taking care – progettare per il bene comune di TAMassociati, team curatoriale dello stesso padiglione composto dagli architetti Massimo Lepore, Raul Pantaleo e Simone Sfriso. L’iniziativa ha dimostrato che l’architettura può essere creata a sostegno delle periferie

Cartapesta, la designer Francesca Carallo riscrive la storia dell’antico materiale di recupero

Cartapesta, la designer Francesca Carallo riscrive la storia dell’antico materiale di recupero

Materiale usato nei secoli per la realizzazione di statue religiose, presepi, carri di carnevale, cavalli a dondolo, giocattoli, suppellettili e allegorie, la cartapesta ha radici lontane ed è uno dei più antichi esempi di riciclo perché per produrla si utilizza materiale cartaceo di recupero, unito a collanti naturali. Un materiale povero che la designer Francesca Carallo trasforma in oggetti