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L’associazione Wildlife Sos ha vinto la causa con gli ex proprietari di Raju che volevano recuperare l’elefante e rimetterlo in catene.
La storia di Raju ci è entrata nel cuore, è la storia di un elefante indiano che ha vissuto in catene oltre cinquant’anni della sua vita, sfruttato e maltrattato dai suoi proprietari per elemosinare nelle strade dell’India dopo essere stato privato della libertà quando era ancora un cucciolo. La sua agonia è finita quando i volontari di Wildlife Sos si sono introdotti nottetempo nella sua prigione e gli hanno tolto quella massacrante catena, dando vita ad un fenomeno incredibile, l’elefante si sarebbe messo a piangere di gioia per la ritrovata libertà.
Dopo essere stato liberato Raju è stato portato in una riserva naturale vicino a New Delhi dove è stato curato, nutrito e messo insieme ai suoi simili. Eppure il suo calvario avrebbe potuto riprendere e l’elefante sarebbe potuto sprofondare nuovamente nell’incubo durato mezzo secolo. I suoi torturatori infatti hanno deciso di intentare una battaglia legale per riprendersi l’animale rivendicando la loro “legittima proprietà”. Il tribunale indiano ha però stabilito che l’elefante dovrà restare sotto la tutela di Wildlife Sos.
Gli avvocati della ong britannica hanno fatto ricorso ad una norma del diritto indiano che prevede che un elefante non può essere di proprietà di una persona, in quanto sono tutti di proprietà del governo. Gli ex proprietari, avendo acquistato l’animale dai bracconieri, non sono stati in grado di fornire una regolare licenza di proprietà e il caso è stato archiviato.
«È una grande vittoria, non solo per Raju – commenta Kartick Satyanarayan, fondatore di Wildlife Sos – ma per ogni elefante che soffre in silenzio». Dopo una vita di sofferenze Raju potrà conoscere la serenità, la reintroduzione in natura non è fattibile ma l’elefante potrà trascorrere anni felici nella riserva di Wildlife Sos con gli altri elefanti del centro.
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