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Le città ce la stanno mettendo tutta per ridurre i loro effetti negativi sul clima. Liverpool lancia una scommessa: vuole avere un impatto, ma positivo.
Di fronte alla sfida dei cambiamenti climatici, decine di città da un capo all’altro del Pianeta (Italia compresa) hanno promesso di azzerare le loro emissioni di gas serra, CO2. Al tempo stesso si sono messe all’opera su nuove infrastrutture capaci di renderle resilienti, cioè di far sì che si adattino passo dopo passo al riscaldamento globale e all’intensificarsi degli eventi climatici estremi. Liverpool, invece, scombina le carte e propone un coraggioso cambiamento di prospettiva: non si accontenta di limitare i danni, ma vuole diventare la prima città al mondo ad avere addirittura un impatto positivo sul clima. Una sfida da affrontare insieme a Poseidon Foundation, un’organizzazione che lavora con la tecnologia blockchain.
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Molto spesso il termine blockchain viene confuso con Bitcoin, la valuta virtuale che fa parecchio discutere perché non è regolata da alcuna banca centrale o autorità di controllo. In realtà la blockchain è la tecnologia che rende possibile lo scambio di criptovalute, alla pari di molte altre applicazioni (dal voto digitale alla registrazione di un atto).
In sostanza, la blockchain è un database distribuito che si basa sulla tecnologia peer to peer. Ogni partecipante può diventare un nodo della rete, mettendo a disposizione la potenza di calcolo del suo computer. Si crea così una catena (chain) di blocchi (block) tra cui possono avvenire transazioni e scambi di dati. Ogni transazione dev’essere verificata e approvata almeno dalla maggioranza dei nodi di questa rete e, quando ciò avviene, tutte le informazioni a essa collegate vengono salvate su ogni blocco della catena, andando a costituire un database storico immutabile e certificato. Per giunta questo database non è in mano a una singola autorità centrale, ma è proprietà di tutti. Se anche un nodo subisce un attacco, il sistema viene mantenuto in funzione da tutti gli altri.
#News: #Liverpool city council signs deal to use #blockchain technology with @Poseidon_NGO in bid to be world’s first Climate Positive city by 2020 – https://t.co/FaAG93QZmXpic.twitter.com/lmLlVjElIa
— Liverpool City Council (@lpoolcouncil) 19 luglio 2018
Proprio sulla tecnologia blockchain si incentra l’attività di Poseidon, un’organizzazione no profit con sede a Malta, che il 19 luglio ha siglato un accordo con l’amministrazione della città inglese. Scatta così il semaforo verde per un primo anno di sperimentazione volto a rendere Liverpool “climate positive”: ciò significa che rimuoverà più CO2 dall’atmosfera di quanta ne emette ogni anno.
Ma com’è possibile? Innanzitutto, come riporta la testata specializzata Edie.net, la città di Liverpool a partire dal 2012 ha già tagliato oltre 558mila tonnellate di emissioni di CO2 e ce la sta mettendo tutta per sforbiciarle di un altro 40 per cento entro il 2030. Tra le altre cose, ha avviato l’installazione di oltre 15mila lampioni a led, per ridurre dell’81 per cento i consumi di energia legati all’illuminazione stradale. Ad oggi, i settori più critici in termini di emissioni sono l’aviazione, la logistica, le spedizioni e i trasporti navali.
Sulla base del nuovo accordo stretto a metà luglio, la somma delle emissioni di CO2 della città di Liverpool verrà costantemente monitorata. Questi dati verranno dati in pasto alla piattaforma blockchain che faciliterà l’acquisto di carbon credit, cioè diritti di emissione che vengono scambiati su appositi mercati internazionali. Ne verranno acquistati abbastanza per compensare del 110 per cento le emissioni della stessa Liverpool: in pratica si azzera l’impatto negativo delle attività urbane sul Pianeta, producendo un impatto positivo ancora più grande. Poseidon Foundation userà questi crediti per finanziare progetti di tutela delle foreste in diverse aree del Pianeta.
Se la sperimentazione andrà bene, si potrà andare avanti. Ed entro il 2020 Liverpool potrà realizzare il suo sogno.
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