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Un viaggio in bici da Milano a Sanremo per ricordare le difficoltà vissute dall'”ultima ruota”, i lavoratori della cultura, durante la pandemia.
L’Ultima ruota è la Milano-Sanremo per la cultura, una sfida su due ruote che prende il via mercoledì 24 febbraio da piazza XXIV maggio per arrivare il primo marzo all’Ariston, a ridosso dell’inizio del Festival della canzone italiana. L’iniziativa avviene ad un anno dalla chiusura di teatri, cinema, musei e centri culturali brutalmente spenti a causa della pandemia, perché considerati luoghi non sicuri. A promuoverla è il Coordinamento spettacolo lombardia che da mesi chiede una riforma dell’intero settore, portando avanti tavoli di discussione e confronto, presidi e manifestazioni come quella nazionale “un anno senza eventi” avvenuta il 23 febbraio in una ventina di piazze italiane o le cultural mass di Milano del 16 gennaio e del 20 febbraio che hanno toccando alcuni luoghi simbolo dello spettacolo, dell’istruzione e dei beni culturali.
Ancora una volta quindi si pedala per sottolineare che un intero settore è stato gettato nell’ombra e nell’incertezza. Il gruppo de L’Ultima ruota conta 12 persone in bicicletta fra musicisti, attori, giornalisti, tecnici, macchinisti e verrà supportato da un’ammiraglia su cui sale anche la regista Claudia Cipriani che punta a realizzare un documentario sull’impresa. Moltissime realtà hanno dato la loro adesione: ci sono grandi teatri come L’Elfo e il Franco Parenti di Milano o il Teatro della Tosse di Genova accanto a piccole associazioni culturali, compagnie indipendenti, circoli, musei e non manca il sostegno del mondo della bicicletta, come nel caso di Fiab Federazione italiana ambiente bicicletta che ha dato il patrocinio.
Il viaggio si ispira alla Milano-Sanremo, la grande classica che apre la stagione ciclistica e conta 320 chilometri totali affrontati in questo caso in sei tappe, sei piazze dove si raccoglieranno testimonianze e si diffonderanno i messaggi e le lettere che L’Ultima ruota sta raccogliendo. Si tratta di scritti firmati non solo da chi opera nel settore ma da tutta la cittadinanza, in cui ciascuno ribadisce che la cultura è necessaria e che in gioco c’è una posta altissima, riguardante l’intera società. Il problema è quindi trasversale, va dall’arte all’istruzione come ci ricorda il noto pedagogista Francesco Tonucci nel suo messaggio inviato all’Ultima ruota: «Non ho dubbi sull’importanza del teatro per tutti e specialmente per i bambini che fanno teatro ogni volta che dicono ʽio ero…ʼ, ogni volta che giocano. Anche le bambine e i bambini sono l’ultima ruota e la pandemia lo ha ampiamente dimostrato semplicemente dimenticandosene».
L’atto poetico e politico dell’ultima ruota è quindi quello di dare più voce possibile a queste storie, di rompere il silenzio di quest’ultimo anno, utilizzando anche il festival di Sanremo come cassa di risonanza.
Alla partenza milanese ci sono tra gli altri Arianna Scommegna, Valerio Bongiorno, Renato Sarti e l’assessore alla cultura Del Corno a leggere e consegnare le loro lettere. Poi si parte alla volta di Pavia per toccare nei giorni successivi Novi Ligure, Genova, Savona e Laigueglia.
Sarà a tutti gli effetti un viaggio gentile, democratico ed epico, come la bicicletta sa essere.
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