
Le comunità energetiche rinnovabili sono indispensabili per la transizione ecologica e hanno vantaggi ambientali, economici e sociali. Ecco come funzionano.
Sfatato il sogno dell’indipendenza, la Scozia si consola con l’energia britannica. Le turbine eoliche del Regno Unito potrebbero soddisfare il 126 per cento delle fabbisogno energetico scozzese. Un buon compromesso per il battere bandiera inglese.
Dopo la chiusura degli impianti nucleari, il sole e il vento illuminano il Regno Unito. I dati forniti dall’organizzazione ambientalista Weather Energy, pubblicati nel rapporto del Wwf, dimostrano che solo nello scorso ottobre le turbine eoliche hanno generato 982,8 megawattora (MWh), un’energia sufficiente per alimentare 3,045 milioni di case nel Regno Unito. Paese in cui il 29,8 per cento dell’energia prodotta da settembre proviene da fonti rinnovabili, un dato in aumento seppur ancora inferiore al 34.4 per cento ottenuto dal nucleare e dai combustibili fossili.
La nuova sfida del Regno Unito sono i tetti. Se oltre alle pale eoliche fossero stati istallati ciascun tetto anche pannelli solari sarebbe stato soddisfatto solo con essi il 46 per cento della domanda di Edimburgo e il 37 per cento di quella di Glasgow. Un risultato talmente promettente da richiedere ulteriori sviluppi- afferma Lang Banks, direttore di Wwf Scozia -soprattutto a fronte della prevenzione degli impatti del cambiamento climatico e dell’abbandono dei combustibili fossili.
In un contesto in cui per ogni GWh di elettricità prodotta o unità risparmiata si creano da 0,4 a 1,1 posti di lavoro, (UK Energy Research Centre) le mire inglesi sono quelle di raggiungere l’efficienza energetica dalle rinnovabili, incentivando anche le rinnovabili termiche e la riduzione delle emissioni nei trasporti. Convertire la produzione energetica verso le fonti rinnovabili cura le ferite dell’impatto dell’uomo sul nostra pianeta e crea 10 volte più posti di lavoro, i green jobs. Tutti i benefici è la Gran Bretagna a toccarli con mano.
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