Greta Thunberg si è unita alla protesta contro la miniera di carbone di Lützerath

Il 14 gennaio a Lützerath in migliaia hanno protestato contro l’allargamento della miniera di lignite. E la polizia ha fermato Greta Thunberg.

  • Lützerath ha cominciato a svuotarsi nel 2006 sotto la pressione dell’industria fossile, vista la presenza di lignite nel sottosuolo.
  • Il governo tedesco guidato dai Verdi ha dato il via libera all’espansione della miniera, ignorando le rimostranze degli ambientalisti.
  • Nel weekend ci sono stati altri scontri tra manifestanti e polizia, con Greta Thunberg che è stata prelevata dagli agenti.

Non si sono fermate durante il week end le proteste a Lützerath, in Germania. Il villaggio destinato alla distruzione per far spazio a una miniera di lignite da tempo è occupato da attivisti ambientali, che vogliono ostacolare il progetto minerario. La polizia nell’ultima settimana ha iniziato lo sgombero, ma la resistenza continua con ingenti manifestazioni e anche scontri. Nelle scorse ore è stata fermata dalla polizia anche Greta Thunberg, che stava partecipando a un picchetto nel villaggio tedesco.

Cosa succede a Lützerath

Lützerath è un villaggio della Renania abitato da decine di famiglie fino ai primi anni Duemila, che ha cominciato a svuotarsi sotto la pressione dell’industria fossile. Il suo destino è quello dell’abbattimento, così da ampliare una miniera di lignite da 3.200 ettari che si trova lì vicina, gestita dal colosso RWE.

Negli ultimi anni diversi attivisti ambientali hanno occupato le case e i terreni di Lützerath, così da bloccare il suo abbattimento a favore dell’industria fossile. Dopo diverse manifestazioni e proteste, dal 12 gennaio le forze di polizia hanno cominciato a usare il pugno di ferro e ci sono stati scontri anche fisici con gli attivisti. Che però non si sono fatti intimidire dallo sgombero e stanno continuando nella loro resistenza, puntando il dito contro i Verdi, partito di maggioranza in quel governo tedesco che ha dato il via libera all’estrazione di carbone a Lützerath.

Il fermo di Greta Thunberg

Sabato 14 gennaio una nuova, ennesima manifestazione ha richiamato migliaia di persone nel villaggio fantasma della Renania. Secondo gli organizzatori erano in 35mila, la polizia ha parlato di 10mila persone.

Come nei giorni precedenti, ci sono stati diversi momenti di tensione tra agenti e manifestanti, dovuto anche all’uso di idranti e spray al peperoncino da parte dei primi. Le forze dell’ordine hanno diffuso un bollettino di circa 70 agenti feriti e alcuni di loro sono rimasti intrappolati nelle sabbie mobili causate dall’attività estrattiva che rende umido e molliccio il terreno. Anche tra i manifestanti ci sono stati feriti, alcuni anche in gravi condizioni, e la polizia di Aquisgrana ha detto che è un miracolo che non ci siano stati morti viste le condizioni pericolose del suolo, compromesso proprio da decenni di trivellazioni.

A manifestare sabato c’erano attivisti internazionali di primo piano come Luisa Neubauer di Fridays For Future, ma anche Greta Thunberg, che quando si è rifiutata di andarsene sotto invito della polizia è stata prelevata di forza. L’attivista ambientale ha puntato il dito contro il governo tedesco e sottolineato che “dobbiamo continuare a combattere, siamo ancora in tempo” e ha definito “oltraggiosa” la violenza usata dalla polizia. Nella giornata di domenica 15 gennaio Greta Thunberg è tornata nel villaggio, continuando la sua proteste al fianco delle altre persone rimaste in occupazione.

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