Stati Uniti, ritrovate tracce di medicinali nei pesci dell’Atlantico

Uno studio scientifico ha rivelato la presenza di numerosi tipi di medicinali nei pesci che vivono al largo delle coste della Florida.

I pesci che nuotano nelle acque dell’Atlantico presentano tracce di almeno sette medicinali nei loro organismi. Compresi antidolorifici, antidepressivi e antibiotici. A rivelarlo è uno studio condotto nel 2018, che è stato pubblicato di recente dalla Florida international university e dalla onlus Bonefish & Tarpon Trust.

In un pesce ritrovate tracce di ben 17 medicinali

L’analisi si è basata su 93 bonefish (albula vulpes), pesce osseo della famiglia degli albulidae, pescati dai ricercatori al largo delle coste della Florida. I dati ottenuti sono allarmanti: in un caso un solo esemplare ha presentato tracce di ben 17 medicinali. Lo studio, inoltre, ha rivelato che tali molecole sono state identificate anche in alcune delle prede di tali pesci, come nel caso di granchi e gamberetti. 

Un esemplare di bonefish
Un esemplare di bonefish © Brian Gratwicke/Wikimedia Commons

Secondo gli autori della ricerca, a causare la contaminazione sono gli sversamenti di acque usate nell’oceano, la maggior parte delle quali provengono da strutture di depurazione che però non sono dotate di filtri in grado di bloccare i residui di medicinali. 

“Conseguenze su tutti gli aspetti della vita dei pesci”

Ma soprattutto, una volta introdotti nell’ecosistema marino, i residui di medicinali comportano importanti ripercussioni sulla fauna: “È stato dimostrato – ha spiegato l’università Florida international – che i contaminanti farmaceutici possono incidere su tutti gli aspetti della vita dei pesci, dalla loro alimentazione alle loro attività, dalla loro socialità al comportamento migratorio”. Senza dimenticare le “conseguenze negative sulla loro capacità di riprodursi e di sopravvivere”. 

Pe questo lo studio conclude che i bonefish, che vivono quasi esclusivamente nelle coste atlantiche dell’America centrale e in quelle settentrionali dell’America Latina, possono essere considerati a rischio. Anche perché su di loro pesa anche la pesca sportiva, di cui sono tra le prede privilegiate. 

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