
Le comunità energetiche rinnovabili sono indispensabili per la transizione ecologica e hanno vantaggi ambientali, economici e sociali. Ecco come funzionano.
Multe per 6 milioni di euro a sette aziende di luce e gas. Attivazioni non richieste, servizi aggiuntivi, richieste di pagamento ingiustificate, rifiuto di trattare i reclami.
Con mega-multe milionarie per tutti si sono chiusi a novembre i sette procedimenti dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato sulle modalità di offerta dei contratti a distanza di energia elettrica e gas naturale nel mercato libero, ovvero quelli raccolti attraverso la rete degli agenti porta a porta e al telefono.
Enel Energia dovrà pagare una multa di 2,15 milioni di euro, Eni 2,1 milioni, Acea Energia 600 mila euro, Hera-Comm 366mila euro, Gdf-Suez-Energie 200mila euro, Beetwin 320mila euro e Green Network 320mila euro. Sanzioni “commisurate alla dimensione delle singole aziende e alla gravità delle violazioni del Codice del Consumo riscontrate”, spiega l’Autorità.
A giudizio dell’Antitrust, i sette operatori “hanno alterato considerevolmente la libertà di scelta dei consumatori, adottando procedure di contrattualizzazione in violazione del Codice del Consumo”. Data la complessità delle offerte commerciali di energia elettrica e gas naturale nel mercato libero, queste pratiche sfruttavano l’“asimmetria informativa” in cui avvengono le scelte dei consumatori.
Tutte cose che, scrive l’Antitrust, “limitano notevolmente” la capacità di prendere una decisione consapevole in merito all’offerta, anche in relazione ai tempi e ai luoghi dei contatti.
I procedimenti erano stati avviati a ottobre 2014 sulla base di numerose segnalazioni di utenti, di associazioni di consumatori e di altre imprese concorrenti. Hanno collaborato sia l’Autorità per l’energia elettrica (Aeegsi), che ha reso un articolato parere, sia il Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza con ispezioni nelle sedi delle sette imprese multate.
Nell’ultimo anno, nota l’Antitrust, ”gli operatori hanno proposto modifiche significative alle procedure attualmente utilizzate per concludere i contratti di fornitura, al fine di superare i problemi consumeristici evidenziati nelle istruttorie”. Cioè, già dai primi rilievi l’anno scorso le aziende hanno messo in atto dei correttivi, cambiato le istruzioni e i procedimenti dei propri venditori, per ridurre i casi di attivazioni non richieste o non consapevoli: è stato quindi tenuto conto “dell’atteggiamento collaborativo delle imprese riducendo le sanzioni in misura proporzionale al grado di effettiva implementazione delle innovazioni proposte”.
Non è la prima volta che le big dell’energia vengono sanzionate per scorrettezze commerciali, anzi.
Nel marzo 2008 l’Antitrust avviò un procedimento per pratiche commerciali scorrette nei confronti di quattro società del gruppo Enel (Enel spa, Enel Energia, Enel Distribuzione ed Enel Servizio Elettrico). Nel settembre 2008 Enel Energia ha preso una multa di 1,1 milioni di euro per “procedure di marketing aggressive e dichiarate ingannevoli sulle campagne pubblicitarie ‘Bioraria’ e ‘Vantaggio 5+1’”. Nel gennaio 2009 Enel, Eni, AceaElectrabel, Aem, Asm, Trenta, Enìa, Mpe e Italcogim (tutte le big nazionali di allora) hanno dovuto pagare 1,3 milioni di euro di multe per aver attuato “pratiche commerciali scorrette nelle modalità di pubblicizzazione dei prezzi praticati nel mercato libero dell’energia e del gas”. Poi, nel giugno 2009 l’Autorità Antitrust ha sanzionato con una multa di 195 mila euro la Edison Energia. A ottobre 2009 Sorgenia è stata multata di 350mila euro sempre per attivazioni non richieste. Il Tar ha confermato nel 2011 la multa comminata l’anno prima ad Acea Energia. Nel 2011 Gdf-Suez-Energie (che prima si chiamava Italcogim) ha ricevuto un’altra multa dall’Antitrust per inottemperanza ad un precedente provvedimento (di dicembre 2010) con cui l’Autorità puniva le pratiche scorrette messe in atto dall’azienda (forniva informazioni “non rispondenti al vero, inesatte o incomplete”). Nel dicembre 2011 sono arrivate sanzioni rispettivamente da 500 mila e 360 mila euro per Acea e Edison, con l’accusa di aver attivato forniture non richieste di energia elettrica e gas naturale mediante falsificazione di firme e comunicazione di informazioni ingannevoli. Sempre nel 2011, a luglio, Enel Energia è finita sotto indagine “per attivazione di contratti senza il consenso di clienti”. Anche nel 2012 nel settore energetico (fornitura di energia elettrica e gas), le istruttorie chiuse dall’Antitrust in materia di tutela del consumatore si sono concentrate sul fenomeno delle attivazioni di forniture non richieste e sulle offerte di tariffe scontate. Nel 2013 il settore energia elettrica e gas ha subìto multe per 350.000 euro. A settembre 2013 l’Agcm ha sanzionato con una multa di 250 mila euro Eni per la campagna pubblicitaria relativa all’offerta “Eni 3” e ha aperto un procedimento contro Illumia per lo spot con Cesare Prandelli, allora allenatore della Nazionale di calcio. Ad aprile di quest’anno Enel Energia è stata denunciata per la campagna “Fa tutto Enel Energia”.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Le comunità energetiche rinnovabili sono indispensabili per la transizione ecologica e hanno vantaggi ambientali, economici e sociali. Ecco come funzionano.
Con il modello della cooperativa WeForGreen, chiunque può produrre e consumare energia rinnovabile anche senza pannelli fotovoltaici.
L’elettricità generata da fonti fossili è crollata: -23% di carbone e -13% di gas. Crescono solare ed eolico, anche se quest’ultimo con più difficoltà.
Stefano Fumi fa un bilancio a poco più di un anno dalla nascita dell’offerta Poste Energia. Prima di lanciarsi nella sfida posta dalla fine del mercato di maggior tutela.
Nel nuovo Pniec non si specifica come uscire dai combustibili fossili e accelerare sulle rinnovabili. Un approccio conservativo e lontano dagli obiettivi sul clima.
Il rigassificatore è un impianto capace di trasformare il gas naturale liquefatto (Gnl) in gas. In Italia ce ne sono tre, ma la questione è dibattuta.
Il responsabile delle rinnovabili di Shell si è dimesso perché la società anglo-olandese ha deciso di ridurre i suoi precedenti piani sulle fonti verdi.
Parla il presidente del Gruppo idrogeno vettore energetico di Federchimica Assogastecnici: “La tecnologia è matura ma servono incentivi e infrastrutture”.
Il vento e il sole guidano il Texas durante un’ondata di calore senza precedenti, mentre il Portogallo raddoppia gli obiettivi per la capacità solare e dell’idrogeno entro il 2030.