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Le cause della morte non sono ancora state rese note, ma l’omicidio sarebbe legato alla sua battaglia contro i trafficanti di legname.
Homero Gómez González era nato cinquanta anni fa da una famiglia di taglialegna nello stato di Michoacán, in Messico, ed egli stesso è stato per anni un taglialegna. Fino al giorno in cui si è innamorato di una fragile creatura, protagonista di un’incredibile migrazione, la farfalla monarca (Danaus plexippus). Allora Gómez ha smesso di tagliare alberi e ha deciso di proteggere l’habitat di questi animali, che giungono in Messico per svernare dopo aver percorso oltre 5mila chilometri, e ha fondato il santuario per farfalle El Rosario, diventato patrimonio mondiale dell’Unesco.
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Lo scorso 29 gennaio il corpo senza vita dell’uomo è stato rinvenuto in un pozzo a El Soldado, nella località di Ocampo. Le cause del decesso non sono ancora state rese note dalle autorità, ma secondo le testimonianze il corpo dell’uomo, di cui si erano perse le tracce dal 13 gennaio, presenterebbe segni di tortura.
En el Santuario El Rosario Ocampo Michoacan “ El más grande del mundo “ pic.twitter.com/WlCJuOcG4Q
— Homero gomez g. (@Homerogomez_g) January 12, 2020
Anche il movente dell’omicidio è ancora sconosciuto, ma in molti ritengono che sia collegato alla battaglia di Gómez contro il disboscamento illegale, una delle attività in cui sono coinvolte le numerose bande criminali dell’area. La distruzione delle foreste di pini e abeti del Michoacán, unita ai cambiamenti climatici, minaccia la sopravvivenza delle farfalle monarca. I parenti dell’uomo hanno riferito ai media locali che Gómez e altri ambientalisti locali hanno ricevuto minacce dalla criminalità organizzata.
Gómez González è solo l’ultimo di una sterminata lista di attivisti assassinati in Messico. Secondo la ong Global Witness, nel 2018 quattordici persone che si battevano per l’ambiente e i diritti umani sono state ammazzate nel Paese centroamericano.
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