Big data: i migliori esempi di turismo digitale

Nuove tecnologie, smartphone e big data possono migliorare l’esperienza dei turisti. Alla Buy Tourism Online sono stati presentati molti diversi casi di studio.

Trovare gli ambienti più confortevoli, sentirsi protetti e addirittura coccolati, sbrigare facilmente pratiche burocratiche. I desideri di ogni turista possono essere esauditi già oggi – e sempre più in futuro – grazie all’impiego intensivo e creativo di tutte le nuove tecnologie.

 

Durante la Buy Tourism Online, la fiera del turismo svoltasi a Firenze, Fortezza da Basso, dal 2 al 3 dicembre, sono stati illustrati diversi casi di utilizzo di nuove tecnologie, degli smartphone e dei big data per migliorare l’esperienza turistica. L’analisi di big data può aiutare mete turistiche, compagnie alberghiere, e viaggiatori a rendere più confortevole un viaggio anche in caso di imprevisti. Per esempio, con app come quella ideata dalla spagnola Amadeus che consente, in caso di annullamento del volo, di trovare mete alternative, già tagliate su misura su gusti e preferenze del viaggiatore.

 

La compagnia aerea Klm – che negli ultimi anni si è davvero distinta per diverse ottime azioni derivate dall’analisi dei dati disponibili sui social media – regala oggetti utili ai viaggiatori in partenza dall’aeroporto analizzando i loro status sui social.

 

L’analisi di big data per decidere gli investimenti pubblicitari è la via scelta da Tourism Australia. Nei sondaggi svolti su chi non ha mai visitato l’Australia, il ranking di partenza del Paese come meta di turismo enogastronomico è alquanto basso. Ma dopo averla visitata, la media dei turisti la fa balzare al terzo posto come appeal enogastronomico, dietro solamente alle inarrivabili Francia e Italia. Dopo l’analisi di big data si è quindi deciso di investire 8,6 milioni di dollari su una campagna digitale incentrata su cibo e vino.

 

Tra le compagnie alberghiere si distingue InterContinental Hotels Group, con sette marchi, 4.602 alberghi in tutto il mondo e 675.982 camere d’albergo. Da alcuni anni raccolgono e incrociano dati che comprendono fino a 650 variabili da fonti diverse: informazioni dagli alberghi del gruppo, dai concorrenti, dagli ospiti, e altri dati interni ed esterni. Ogni prenotazione (150 milioni di room nights all’anno) richiede e genera moltissimi dati,  il canale di prenotazione, il momento della prenotazione, l’ubicazione, la compagnia aerea di provenienza, le informazioni dei clienti, preferenze e cifre dei programmi di fedeltà Priority Club Rewards.

 

Tendere verso un modello organizzativo data-driven pare essere il denominatore comune di tutte queste interessanti e pionieristiche sperimentazioni. Per la mole di dati e le tecnologie necessarie probabilmente i primi ad arrivarci saranno le grandi compagnie, le catene di alberghi e le compagnie aeree, ma molte di queste idee potrebbero aiutare anche le strutture turistiche di minori dimensioni.

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