
Per anni il caporalato è stato una piaga del distretto della frutta di Saluzzo. Ora qualcosa sta cambiando, tra tutele dei braccianti e nuove filosofie di produzione.
Nel ferrarese barricate contro i profughi, l’Italia si indigna e Napoli risponde dicendo Welcome refugees. I comuni: basta alberghi, serve l’associazionismo.
Nei giorni degli sgomberi della Giungla di Calais, nel nord della Francia, anche l’Italia ha conquistato il suo spazio sotto i riflettori con la questione profughi. Riflettori che hanno proiettato, purtroppo, una luce non positiva: nella notte tra lunedì e martedì a Goro e Gorino, in provincia di Ferrara, sono infatti state allestite barricate per impedire l’arrivo, per decisione prefettizia, di un pullman che portava dodici donne migranti (una di queste incinta) e otto bambini in un ostello. Erano in trecento su poco più di tremila, circa il dieci per cento della popolazione di un paese di una frazione che finora non hanno ancora ospitato un solo migrante degli 800 che finora sono stati ricollocati nel ferrarese.
E hanno vinto: alle fine le dodici donne sono state respinte, “condannate nuovamente alla deriva – come accusa l’Arci – nonostante l’impegno di volontari e militari impiegati nei soccorsi di cui si ha quotidianamente notizia”. Una reazione inaspettata, come ha spiegato la stessa proprietaria dell’ostello che avrebbe dovuto ospitare le profughe: “Hanno fatto irruzione nella mia struttura, assurda, ma li capisco”. Le donne respinte sono state quindi trasportate in altre tre strutture in comuni vicini.
Ma Goro adesso è un paese diviso: il sindaco ha organizzato una assemblea generale nella piazza principale con un annuncio su Facebook, ma in serata la pagina social ufficiale del comune risultava praticamente oscurata. Visibili solo i commenti, alcuni a favore delle barricate (“a chi commenta e dà del razzista ai cittadini perché non hanno voluto gli immigrati clandestini – il tenore dei messaggi – vi faccio presente che potete chiamare la prefettura, lasciare il vostro nome, cognome ed indirizzo e chiedere di ospitarli a casa vostra”) molti altri critici: “Il comune di Goro è su tutti i giornali a causa di quattro poveri trogloditi decerebrati – recita un messaggio su tutti – Tornate Umani”.
“Benvenuti migranti, Napoli è la vostra casa”. La città partenopea risponde a #Gorino https://t.co/Yad0e7UWms pic.twitter.com/9xQS1vapCQ
— L’HuffPost (@HuffPostItalia) 25 ottobre 2016
L’Italia non è questa, è il mantra ripetuto dalla politica, quasi tutta, come reazione al ‘no’ dei cittadini di Goro. Lo ha detto per primo il ministro dell’Interno Angelino, lo hanno ripetuto lo stesso sindaco di Goro, il presidente della provincia di Ferrara Tiziano Taglienti, il prefetto Mario Morcone, responsabile del settore immigrazione del Viminale. Soltanto la Lega Nord difende a spada tratta i 300 “cittadini che resistono all’invasione targata Renzi. Io sto con loro!”. Ma il problema, spiega l’Associazione dei comuni, non è solo accogliere, ma farlo in maniera organizzata, coinvolgendo il tessuto sociale: insomma, spiega Matteo Biffoni, delegato Anci all’immigrazione, “innalzare il livello della qualità dell’accoglienza garantendo la centralità dei comuni e delle relazioni con il mondo associativo del territorio. Non è ammissibile continuare a mandare profughi negli alberghi”. Intanto a Napoli un altro gruppo di profughi è stato accolto con uno striscione con la scritta “welcome”: l’Italia per fortuna è anche questa.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Per anni il caporalato è stato una piaga del distretto della frutta di Saluzzo. Ora qualcosa sta cambiando, tra tutele dei braccianti e nuove filosofie di produzione.
Il boato ha spaventato tutta la città, distrutto un centro estivo per bambini. L’Arpa monitora l’aria. Legambiente: troppi distributori in città.
Già 13 Regioni hanno emesso ordinanze anti-caldo basate sulla piattaforma Worklimate: “siesta” dalle 12.30 alle 16. E i musei diventano rifugi climatici.
il governo ha sovrascritto il vecchio ddl cambiando (poco) le norme su detenute madri, rivolte in carcere, Sim per migranti, proteste contro grandi opere.
Record di morti e suicidi, sovraffollamento record, mancanza di personale. La spirale negativa delle carceri italiane non accenna affermarsi.
Doppia sentenza sulla procreazione medicalmente assistita: sì al doppio riconoscimento nella coppia omogenitoriale, no alla Pma per le donne single.
Un vademecum sui 5 quesiti abrogativi per cui andremo alle urne: quattro riguardano i lavoratori dipendenti, uno gli stranieri residenti in Italia.
La crisi ambientale incide anche sull’economia. Disuguaglianze e demografia le altre sfide da affrontare con urgenza.
Prorogati per il 2025 gli impegni militari per una spesa di quasi 1,5 miliardi, confermato anche il sostegno alla Libia. E quelle armi verso Israele…