
Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
La procura di Palermo ha archiviato l’inchiesta sui presunti legami tra le ong impegnate nel salvataggio in mare di migranti e gli scafisti.
Tra le organizzazioni non governative impegnate nel mar Mediterraneo nelle attività di ricerca e salvataggio di migranti e gli scafisti che nel nord della Libia organizzano i viaggi sui barconi non c’è alcun legame. A confermarlo è stata l’inchiesta della procura di Palermo: il giudice per le indagini preliminari ha infatti archiviato il procedimento che era stato istruito a carico delle associazioni Golfo Azzurro e Sea Watch. E lo ha fatto, tra l’altro, accogliendo la richiesta giunta dalla Direzione dipartimentale antimafia. Anche secondo quest’ultima, dunque, l’operato delle ong è stato impeccabile.
Migranti: archiviata inchiesta su Ong https://t.co/0byJ4ha1jO
— Ansa it (@ansa_it) June 19, 2018
“Non si ravvisano elementi concreti che portino a ritenere che esistano connessioni tra i soggetti intervenuti nel corso delle operazioni di salvataggio a bordo delle navi delle ong e i trafficanti operanti sul territorio libico”, hanno affermato i giudici. La macchina del fango che ha girato a pieno regime negli ultimi mesi è stata dunque smentita in toto.
E in alcun modo è imputabile alle associazioni umanitarie il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Come riferito dal giornale Antimafia Duemila, infatti, il procuratore aggiunto Marzia Sabella e i pubblici ministeri Gery Ferrara e Claudio Camilleri hanno escluso che la nave di Sea Watch avesse adottato comportamenti “incongruenti”, come ipotizzato dalla Guardia di Finanza, decidendo di dirigersi verso l’Italia. Secondi i giudici, al contrario, la scelta di fare rotta verso le coste della Penisola, anziché verso quelle maltesi, è stata frutto di “una corretta gestione delle operazioni di salvataggio”.
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