Mobilità, Firenze scommette su tranvie, sharing e aree pedonali

Intervista a Stefano Giorgetti, assessore alla mobilità del Comune di Firenze: “Arriveremo a trasportare su rotaia 90 milioni di passeggeri l’anno”.

Firenze è una delle nove città italiane che puntano a raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2030, con 20 anni di anticipo rispetto ai target europei. Una sfida, spiega l’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti, che passa inevitabilmente attraverso un profondo ripensamento delle abitudini di spostamento: più tram, più mezzi in sharing e maggiore mobilità attiva, in sostituzione del trasporto su gomma che dovrà coprire percorsi più brevi. Dopo TorinoMilano e Bologna, continuano le interviste che Lifegate sta realizzando per capire come si stanno muovendo le principali città italiane sul fronte della mobilità sostenibile.

Stefano Giorgetti, assessore alla mobilità del Comune di Firenze © Comune di Firenze

Trasporto pubblico, mobilità dolce e in sharing, aree pedonali. Lungo quali direttrici vi state muovendo per disegnare la città del prossimo futuro?
In primo luogo con il potenziamento del trasporto pubblico locale, attraverso la realizzazione di infrastrutture a supporto e il completamento delle tranvie. Ad oggi sono attive tre linee e, al più tardi entro il 2030, vogliamo salire a cinque prolungandole fino a servire i principali comuni della cintura. Abbiamo in programma oltre un miliardo di investimenti, e secondo le nostre stime, il sistema tranviario arriverà a trasportare 90 milioni di passeggeri l’anno. Al contempo vogliamo migliorare il trasporto su gomma, che sarà di adduzione e servizio rispetto alla tranvia, e non più impostato su lunghi percorsi che inevitabilmente causano ritardi nelle corse. Stiamo inoltre spingendo su decisione sulla mobilità condivisa (il bike sharing conta circa 3.000 noleggi al giorno) e sulle aree pedonali, che ci consentono di riqualificare intere aree anche nel centro storico.  

Recentemente avete approvato i progetti per istituire due nuove “zone 30”, nelle quali il limite massimo di velocità per i veicoli viene portato da 50 a 30 chilometri all’ora. Qual è l’obiettivo di questa misura e quali benefici avete riscontrato nelle zone nelle quali l’avete già applicata?
L’obiettivo alla base di questa misura è far passare il messaggio che tutti possono condividere al meglio lo stesso spazio cittadino, chi va in auto come chi va in bici e chi si sposta a piedi. Di conseguenza, in queste zone non ci limitiamo a imporre un diverso limite di velocità ma agiamo anche attraverso lavori strutturali come la cura delle intersezioni, la riduzione della carreggiata e l’arretramento delle aree di attraversamento pedonale: ciò a vantaggio prima di tutto della sicurezza, ma anche dell’inquinamento sonoro e atmosferico.

Una pista ciclabile in una via di Firenze © Stefano Giorgetti

Sempre a proposito di traffico veicolare, il Comune di Firenze ha stanziato 2,5 milioni per la rottamazione le auto più inquinanti. Dal 26 settembre è possibile, per privati e imprese, fare domanda per i nuovi contributi.
Si tratta di un bando importante che aggiunge importi rilevanti alle risorse statali. Per quanto riguarda i privati cittadini, abbiamo stabilito due fasce Isee (sotto i 36.000 euro e fino a 70.000 euro) e, chi appartiene alla prima, può ottenere un contributo fino a 7.500 euro. Al contempo, abbiamo deciso di supportare il ricambio del parco circolante anche degli artigiani e delle piccole ditte, estendendoci a tutti i centri della cintura fiorentina. In realtà questa misura rientra in una visione più ampia, quella dello scudo verde: un’area a basse emissioni con 81 varchi che limiteranno il transito ai mezzi ai mezzi euro 3 e 4, con ingressi a pagamento che andranno a finanziare la riduzione del costo dell’abbonamento al trasporto pubblico.

Da una recente ricerca è emerso che Firenze si piazza al primo posto per numero di colonnine di ricarica per auto elettriche installate rispetto al numero degli abitanti. La mobilità del prossimo futuro sarà al 100 per cento elettrica?
Abbiamo puntato da tempo sulla mobilità elettrica non solo sul fronte civile, ma anche per quanto riguarda la logistica. Non dobbiamo però cadere nell’errore di porci come obiettivo l’intera sostituzione del parco attualmente circolante con mezzi elettrici: l’obiettivo di medio-lungo termine deve restare quello di ridurre le auto lungo le vie cittadine. Per quanto riguarda le colonnine di ricarica, ne installeremo presto altre 100 e, nell’ambito dello stesso programma, interverremo su quelle già installate per migliorarle dal punto di vista tecnologico.

La città investirà oltre un miliardo per potenziare il sistema tranviario © Stefano Giorgetti

Tornando al trasporto pubblico locale, perché considerate la tramvia che attraverserà il centro storico un mezzo di trasporto cruciale per l’intera area metropolitana?
Abbiamo verificato negli ultimi anni il grande apprezzamento dei cittadini per questo mezzo di trasporto che non è veloce, ma è comodo e puntuale. Non a caso, nonostante l’emergenza sanitaria, nello scorso mese di agosto abbiamo registrato numeri superiori all’agosto del 2019. Di certo implementare le tranvie comporta interventi cantieristici impattanti che però, al contempo, ci permettono di riqualificare molte zone del nostro territorio. In piazza San Marco, grazie alla tranvia riusciremo a sostituire ben 2.000 bus che ogni giorno vi transitano.

Ha accennato alla pandemia: quanto e in che modo l’emergenza sanitaria ha modificato le abitudini dei fiorentini in tema di mobilità?
Il trasporto pubblico è stato senza dubbio il settore della mobilità più impattato: mentre sulla tranvia siamo tornati sui livelli precedenti l’emergenza sanitaria, lo stesso non si può ancora dire per il trasporto su gomma; al contempo è cresciuto l’utilizzo di bici e monopattini in sharing. Temo, però, che stiamo già dimenticando una delle più grandi lezioni dell’emergenza sanitaria.

Quale?
A mio avviso resta vitale, per ogni grande città e non solo per Firenze, l’opportunità di scaglionare gli orari di ingresso al lavoro e nelle scuole. Diluire nel tempo le ore di punta aumenta la vivibilità della città e favorisce la puntualità del trasporto pubblico.

 

 

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