
Auto elettriche, servizi di sharing, energie rinnovabili. Sull’isola greca è partito un progetto molto ambizioso che consente alla comunità locale di sperimentare nuove forme di mobilità.
Per favorire la transizione green e digitale del comparto mobilità hanno unito le forze 25 università e 24 grandi imprese.
A testimonianza di quanto il settore della mobilità sia centrale per lo sviluppo sostenibile del nostro paese, proprio in quest’ambito è partito il primo dei cinque centri nazionali previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Nello specifico, il Centro nazionale per la mobilità sostenibile mette insieme 25 università e 24 grandi imprese con l’obiettivo di accompagnare la transizione green e digitale del comparto. Si tratta di un progetto decisamente ambizioso, che prevede un investimento di 394 milioni di euro per i primi tre anni (2023-2025), con il coinvolgimento di 696 ricercatori degli enti partner e di 574 neoassunti. Un progetto che vuole rappresentare uno strumento concreto per la crescita in un settore chiave come quello della mobilità, che raggiungerà un valore complessivo a livello nazionale di 220 miliardi di euro nel 2030, assorbendo il 12 per cento della forza lavoro.
Come ha spiegato Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano che è l’ente proponente del Centro, questa nuova realtà “risponde a una delle missioni chiave del Pnrr: passare dalla ricerca all’impresa in un’ottica di filiera e di collaborazione estesa. Punti di forza saranno progetti ad alta maturità tecnologica con il preciso intento di dare una risposta concreta ai bisogni del paese in una prospettiva di lungo termine che superi la scadenza del 2026. È questo il nostro impegno. È questa l’occasione per attuare riforme strutturali. Una partita che siamo disposti a giocare fino in fondo”.
Sono cinque i principali ambiti tecnologici sui quali si focalizzeranno le attività del Centro nazionale per la mobilità sostenibile, puntando a rendere il sistema della mobilità più green nel suo complesso e più digitale nella sua gestione: mobilità aerea, veicoli stradali sostenibili, trasporto per vie d’acqua, trasporto ferroviario, veicoli leggeri e mobilità attiva. Il Centro sarà strutturato secondo l’impostazione hub&spoke, ovvero con un punto centrale a Milano e 14 nodi distribuiti su tutto il territorio nazionale, in linea con il riequilibro territoriale che è tra le priorità del Pnrr.
I centri nazionali previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza sono reti diffuse di università ed altri soggetti pubblici e privati impegnati in attività di ricerca, che hanno l’obiettivo di sviluppare infrastrutture, progettualità e soluzioni immediatamente fruibili per tutto il contesto sociale in settori coerenti con le priorità dell’agenda della ricerca europea e con i contenuti del Pnrr.
Oltre alla mobilità sostenibile, le altre quattro tematiche sono: simulazioni, calcolo e analisi dei dati ad alte prestazioni; tecnologie dell’agricoltura; biodiversità; sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna. Le proposte per la creazione dei Centri nazionali – per i quali si prevede un finanziamento tra 200 e 400 milioni di euro ciascuno – dovranno, tra gli altri criteri, prevedere che almeno il 40 per cento delle risorse finanziarie sia destinato ad attività realizzate nelle regioni del Mezzogiorno e che almeno il 40 per cento del personale assunto o destinatario di borse di studio o di ricerca a tempo determinato sia donna.
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