La capacità rinnovabile globale crescerà di 2,7 volte entro il 2030, superando le ambizioni dei Paesi di quasi il 25%. Ma è ancora lontana dal triplicarsi.
Lo stato americano del Nebraska approva l’oleodotto Keystone XL
Il Nebraska, negli Stati Uniti, ha approvato l’avvio dei lavori di costruzione dell’immenso, carissimo e pericoloso oleodotto Keystone XL.
Lo stato americano del Nebraska ha concesso il proprio via libera alla costruzione dell’oleodotto Keystone XL . Un’opera gigantesca, il cui obiettivo è di sfruttare una delle fonti fossili in assoluto più pericolose per l’ambiente e per il clima: il petrolio estratto dalle sabbie bituminose nella provincia canadese dell’Alberta.
Il Keystone XL divide da anni l’America
Il progetto divide da tempo gli Stati Uniti tra chi, come il presidente Donald Trump, ritiene che occorra sfruttare tutte le fonti di energia a disposizione per rispondere alla domanda interna. E chi, come l’ex inquilino della Casa Bianca Barack Obama, pensa invece che il petrolio rappresnti il passato e occorra puntare su fonti pulite e rinnovabili. La commissione Affari pubblici del Nebraska, evidentemente, è orientate sulle posizioni dell’attuale amministrazione di Washington: con l’approvazione, la società canadese TransCanada potrà avviare la costruzione dell’immensa pipeline. Quest’ultima, se e quando verrà terminata, sarà lunga 1.900 chilometri e attraverserà da nord a sud l’intero territorio americano.
L’oleodotto Keystone XL fu lanciato nel lontano 2008, quindi bloccato, anche a causa dei costi esorbitanti: la stima è di 5,3 miliardi di dollari (4,5 miliardi di euro). A preoccupare ulteriormente chi si oppone alla realizzazione, c’è la fuga di petrolio avvenuta di recente nello stato del Dakota: 800mila litri di petrolio sono fuoriusciti a causa di una falla nell’oleodotto già esistente, il Keystone.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Dal 15 ottobre al 1 dicembre, i riscaldamenti si potranno accendere ovunque in Italia. Troppi ancora gli impianti a metano, meglio le pompe di calore.
Si punta arrivare al net zero del 2050 con almeno l’11 per cento di energia prodotta dai nuovi reattori, tutto fermo però sulla gestione delle scorie.
Il 30 settembre, la Ratcliffe-on-Soar, la 18esima centrale più inquinante d’Europa, ha smesso di bruciare carbone. D’ora in poi produrrà idrogeno verde.
L’energia solare continua a battere tutti i pronostici. Per Ember, il fotovoltaico supererà, a livello globale, la maggior le previsioni del settore nel 2024.
Il leader dell’Azerbaigian, che a novembre ospita la Cop29, è stato accolto in Italia come un partner strategico. Cruciali le intese sul gas. Ma non sono mancate le critiche degli attivisti per la linea dittatoriale che continua a perseguire.
Entro tre anni, entrerà in funzione uno dei giacimenti di gas più imponenti d’Italia. Per Eni, il gas è ancora indispensabile per la transizione energetica. Per la scienza, la transizione deve essere rapida.
La più grande compagnia energetica del Paese il 31 agosto ha chiuso l’ultima centrale elettrica a carbone: uno step importante per il futuro danese.
L’enorme centrale solare si chiamerà Sun Cable e prevede anche un cavo sottomarino da 4.300 chilometri per fornire energia a Singapore.