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Da Torino a Palermo, ecco i negozi senza imballaggi di plastica
Da 10 anni la catena Negozio Leggero propone un altro modo di fare la spesa. Senza imballaggi e senza plastica. “Se ci si organizza, si può arrivare a non produrre più rifiuti”. Ed ora apre un nuovo punto vendita a Parigi.
Una spesa leggera, per l’ambiente e per la produzione di rifiuti. È con questo intento che quasi 10 anni fa nasce la catena Negozio Leggero, una delle prime a creare dei punti vendita di prodotti alimentari e non, sfusi, senza imballaggi e senza plastica. Oggi conta 15 negozi in tutta Italia, da Torino a Palermo, passando da Roma e Lugano, e sta per aprirne uno anche a Parigi.
“Siamo partiti 12 anni fa con l’ente Ecologos, un gruppo di ricerca ambientale legato alla prevenzione dei rifiuti, al risparmio idrico ed energetico, con una specializzazione nella riduzione dei rifiuti alla fonte”, racconta Cinzia Vaccaneo, presidente di Negozio Leggero. “Dieci anni fa abbiamo deciso di aprire Negozio Leggero per creare un luogo in cui il cittadino potesse fare facilmente delle scelte ambientaliste, e dove poter diffondere determinate informazioni che altrimenti tendevano ad arrivare a solo poche persone veramente interessate”.
Negozio Leggero, un altro modo di fare la spesa
Da qui parte dunque l’idea di aprire una catena di negozi in grado di offrire la possibilità di acquistare tutti i prodotti sfusi, tra i primi in Italia. Non solo, il personale assunto viene formato a livello scientifico dall’ente di ricerca stesso, per fornire al cittadino e al consumatore tutta una serie di informazioni utili sia sui prodotti che sul loro utilizzo. “Il nostro è tutto personale formato, e permette al cittadino di poter conoscere ad esempio le differenze nutrizionali dei prodotti, la loro impronta ecologica, la filiera di produzione. Così da permettere una spesa consapevole”, spiega Cinzia Vaccaneo.
Una vera e propria educazione al consumo consapevole, ad un altro modo di fare la spesa quotidiana, in un luogo che sia anche di accrescimento culturale e, perché no, scientifico. “Una persona o una famiglia preparata può arrivare a non produrre più rifiuti in casa. In questo modo il consumo diventa più responsabile, in un ambiente diverso da quelli che conosciamo”.
Come fare la spesa senza imballaggi e senza plastica
La catena di negozi vende circa 1.500 prodotti, alimentari e non. Si va dal riso alla pasta, ai legumi, fino ad arrivare al vino, la birra e ai detersivi. Tutto tranne i freschi. E le vendite vanno bene, come conferma la presidente: “Siamo costantemente in crescita, grazie ovviamente a molto lavoro. E non abbiamo alcuna curva negativa, nemmeno sui detersivi alla spina”.
Un consumatore tipico arriva già attrezzato di barattoli, bottiglie, flaconi. Una volta tolta la tara è possibile farli riempire dagli addetti col prodotto prescelto, anche in modiche quantità. Cosa che può aiutare a ridurre ulteriormente gli sprechi. Niente plastica quindi, ma solo contenitori riutilizzabili, a dimostrazione che ridurre i rifiuti usa e getta e possibile, a partire dalla spesa quotidiana.
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