L’associazione dei consumatori, analizzando otto campioni di riso basmati, ha rilevato la presenza di pesticidi in circa la metà dei campioni, e aflatossine in cinque di essi.
Dall’America arriva una notizia “buona” per chi ha il colesterolo “cattivo” alto. Secondo le ricerche del College of family and consumer sciences dell’università della Georgia, le noci dell’albero di pecan, (il Carya illinoensis), possono essere di grande aiuto per ridurre i livelli di Ldl nel sangue. I ricercatori americani hanno condotto un esperimento per otto settimane
Dall’America arriva una notizia “buona” per chi ha il colesterolo “cattivo” alto. Secondo le ricerche del College of family and consumer sciences dell’università della Georgia, le noci dell’albero di pecan, (il Carya illinoensis), possono essere di grande aiuto per ridurre i livelli di Ldl nel sangue. I ricercatori americani hanno condotto un esperimento per otto settimane su un gruppo di individui a rischio di malattie cardiovascolari inserendo nella loro dieta quotidiana precise quantità di noci pecan per 56 giorni. Il risultato è stato sorprendente: i partecipanti a fine esperimento hanno registrato miglioramenti significativi nel colesterolo totale, nei livelli di trigliceridi e di lipoproteine a bassa densità (Ldl), la cui quantità è correlata in maniera diretta al rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of nutrition.
I ricercatori hanno lavorato su 52 adulti tra i 30 e i 75 anni dividendoli in tre gruppi in base al livello di rischio di malattie cardiovascolari. Un gruppo ha consumato 68 grammi di noci pecan al giorno come parte della propria dieta regolare; il secondo gruppo ha sostituito, nella dieta abituale, un quantitativo di calorie pari con le noci pecan; il terzo gruppo, invece, non ha consumato nessuna noce pecan.
Dopo otto settimane, i partecipanti hanno consumato un pasto ad alto contenuto di grassi in modo da poter poi misurare i cambiamenti di lipidi e glucosio nel sangue. Fatto ciò, i ricercatori hanno potuto rilevare che i livelli di lipidi, trigliceridi e glucosio post-pasto erano migliorati in modo simile nei primi due gruppi, ovvero in chi aveva consumato le noci pecan.
“Questo intervento dietetico, messo nel contesto di diversi studi di intervento, ha avuto un grande successo”, ha detto Jamie Cooper, direttore dell’ Uga obesity initiative, e uno degli autori dello studio, che ha aggiunto: “abbiamo avuto alcune persone che sono effettivamente passate dall’avere il colesterolo alto all’inizio dello studio a non essere più in quella categoria dopo l’intervento”. Secondo i risultati il calo medio è stato del 5 per cento nel colesterolo totale e tra il 6 per cento e il 9 per cento per l’Ldl.
Inoltre, lo studio ha evidenziato quanto l’aggiunta di noci pecan alla dieta non solo abbia prodotto una riduzione maggiore e più consistente del colesterolo totale e LDL rispetto a molti altri interventi sullo stile di vita, ma possa anche essere una pratica alimentare benefica per la salute a lungo termine. A dirlo è sempre Cooper che ha specificato che “alcune ricerche mostrano che anche una riduzione dell’1 per cento delle Ldl è associata a una piccola riduzione del rischio di coronaropatia e in questo senso anche queste riduzioni di Ldl sono sicuramente clinicamente significative”.
Le noci pecan sono il frutto dell’albero omonimo, il pecan, pianta della famiglia delle Juglandaceae, originario della zona al confine tra Messico e Stati Uniti, coltivato principalmente nel sud degli Stati Uniti, in Brasile, Australia e Israele. Ora è coltivato anche in Italia, in piccoli appezzamenti specializzati in Sicilia, in Puglia e in altre aree del sud perché si tratta di una pianta che ha bisogno di un clima mite. Ne esistono circa 500 varietà, quelle coltivate nel nostro Paese sono le Kiowa, le Wichita e le Shoshoni, tutte di origine americana. La raccolta, generalmente, avviene da ottobre a dicembre.
Rivestite da una pellicina ruvida di colore scuro e lunghe fino a 3 centimetri, le noci pecan sono, tra la frutta secca, le più ricche in calorie: a 100 grammi corrispondono, infatti, 750 calorie con un 87 per cento di grassi. Questi ultimi però sono quelli “buoni”, ovvero i monoinsaturi, circa il 42 per cento a noce ed è ciò che le rende un ottimo antiossidante naturale. Per il resto la noce pecan è fatta di un 7 per cento di proteine, 7 per cento di fibre alimentari, 7 di grassi saturi e 18 per cento di polinsaturi, oltre a minerali e vitamine, come magnesio e manganese, potassio, fosforo, calcio, ferro, zinco, rame, selenio, tiamina, vitamine E, A, B e C.
Abbiamo visto che assumere regolarmente questa frutta secca aiuta ad abbassare i livelli di colesterolo cattivo aumentando quello buono; ma non finisce qui. Secondo alcune ricerche scientifiche, gli acidi oleici di cui la noce è fonte ne fanno un cibo prezioso contro il cancro, utile per le infiammazioni alla prostata. Inoltre, uno studio condotto da Thomas Shea del Centro per la neurobiologia cellulare del Massachusetts Lowell, ha rilevato che sarebbe proprio l’alto contenuto di acidi grassi monoinsaturi presente nel frutto a contrastare anche l’azione dei radicali liberi sulle cellule e quindi a proteggere i nostri neuroni.
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